Strasburgo, 16 giugno 2000.
DIBATTITO SULL'OSSERVATORIO EUROPEO DELLE DROGHE E DELLE TOSSICODIPENDENZE - INTERVENTO DI MAURIZIO TURCO
Turco (TDI), relatore. - Signor Presidente, l'articolo 13 del regolamento che istituisce l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze contempla la possibilità, per i paesi terzi che condividono gli interessi della Comunità e dei suoi Stati membri, di partecipare ai lavori dell'Osservatorio. In seguito alla domanda di partecipazione presentata dalla Norve-gia, la Commissione ha sottoposto al Parlamento europeo un progetto di accordo tra l'Osservatorio e la Norvegia, che autorizza tale paese a partecipare alla rete REITOX e ad essere rappresentato in seno al consiglio di amministrazione dell'Os-servatorio nonché in seno al comitato scientifico. A questo proposito, la commissione per le libertà e i diritti dei cittadini ha approvato all'unanimità 8 emendamenti che danno un parere favorevole, ma condizionato: parere, il nostro, che è stato soprattutto condizionato dalla relazione di valutazione dell'Osservatorio, richiesta dalla stessa commissione ad una società di consulenza esterna indipendent
e. Da questa valutazione esterna emerge che nell'Osservatorio c'è scarso coordinamento e scarsa comunicazione tra i vari dipartimenti nonché eccessiva centralizzazione delle decisioni; che la rete REITOX non è una vera e propria rete; che i punti focali nazionali sono sottoutilizzati mentre potrebbero, invece, contribuire molto di più al lavoro dell'Osservatorio; che il ruolo del comitato scientifico è ancora poco chiaro e il suo lavoro non risulta centrale nel programma; che il consiglio di amministrazione non si rivela efficiente nel realizzare i suoi obiettivi, la sua agenda è scarsamente pianificata, le sue riunioni non consentono reali discussioni strategiche; che non c'è una strategia di diffusione dei materiali prodotti e, quindi, soltanto una piccola parte dell'informazione prodotta dall'Osservatorio viene pubblicata e diffusa; che, per quanto riguarda la pianificazione del lavoro, il coordinamento della gestione che spetta al direttore e ai capi di dipartimento è inadeguato; che le procedure amminis
trative sono onerose e inappropriate per un'organizzazione così piccola, con problemi evidenti a livello dell'amministrazione, della gestione, della pianificazione, della valutazione, dello sviluppo, delle capacità del reclutamento e della formazione; che il bilancio attuale dovrebbe essere riconcepito in modo che si possano rintracciare i costi reali delle attività; che una parte troppo importante del personale e dei fondi viene dedicata al funzionamento prettamente amministrativo dell'Osservatorio. Queste sono le valutazioni effettuate da una società di consulenza esterna, indipendente, a cui il lavoro è stato commissionato dalla Commissione europea e, rispetto alle quali, noi oggi dovremmo decidere se la Norvegia può o meno aderire ai lavori, che sono del tutto incongruenti rispetto a quello che è il mandato e alle reali capacità di agire. Detto questo, la nostra commissione ha ritenuto, all'unanimità, che il progetto di accordo tra Norvegia e Osservatorio rappresenti un'occasione, unitamente alla propost
a di regolamento del Consiglio volta ad adeguare il regolamento dell'Osservatorio all'eventuale partecipazione ai lavori dei paesi candidati all'adesione, per ribadire la necessità di procedere a una profonda revisione del regolamento dell'Osservatorio, onde garantirne l'efficacia e l'affidabilità. Attendo dalla Commissione una risposta concreta sugli emendamenti adottati dalla commissione per le libertà pubbliche e i diritti dei cittadini.
1