Strasburgo, 16 giugno 2000.
DIBATTITO SULL'OSSERVATORIO EUROPEO DELLE DROGHE E DELLE TOSSICODIPENDENZE - INTERVENTO DI MARCO CAPPATO
Cappato (TDI). - Signor Presidente, stiamo esaminando due proposte di parziale revisione delle procedure e dei metodi di lavoro dell'Osservatorio di Lisbona sulle droghe, in particolare due proposte relative ai rapporti con i paesi candidati e la Norvegia. E', quindi, un'occasione - di per sè gli elementi in gioco con queste proposte non sono degli elementi rivoluzionari per questo Osservatorio - per tenere una discussione sul ruolo e sull'utilità dell'Osservatorio nell'ottica della funzione che dovrebbe essere la nostra, quella cioè di dare delle indicazioni politiche, delle valutazioni e, anche, adottare decisioni e iniziative in materia di droga, anche se su questo punto i poteri dell'Unione europea sono assolutamente limitati. Mi pare che non possiamo che avviare questo tipo di discussione sulla base della valutazione effettuata da un organismo indipendente. Molti degli oratori intervenuti, in particolare il relatore Turco, hanno sottolineato come da moltissimi punti di vista - della strategia, dell'oper
atività, della scarsa capacità di integrare il lavoro scientifico - questo Osservatorio dia, per il decisore politico, un apporto assolutamente insufficiente. A questo punto, però, mi pare necessario che la Commissione si prenda la responsabilità di presentare quanto prima a questo Parlamento una proposta di riforma, perché non possiamo, ogni anno, constatare non dico l'inutilità, ma la scarsa utilità di questo Osservatorio per le decisioni politiche e poi, ogni anno, anno dopo anno, accantonare il discorso e rimandarlo all'anno successivo. La Commissione deve presentare a questo Parlamento una proposta di riforma delle procedure che ci dicono essere burocratiche, pesanti e, soprattutto, che non sanno esaltare la funzione scientifica di questo Osservatorio. Un'altra cosa importante: ogni anno l'Osservatorio e la Commissione ci vengono a dire che c'è un problema di armonizzazione dei dati, che i criteri per la raccolta dei dati sono diversi. Questo è un problema che va affrontato politicamente. La Commissione
, a questo punto, deve fare una proposta su come la raccolta dei dati possa essere armonizzata, altrimenti tutto è assolutamente inutile. L'Osservatorio, di per sé, non ha questo potere, ma deve dare alla Commissione le indicazioni per l'armonizzazione dei dati ed essa deve presentare una proposta - non so se di direttiva - una proposta legislativa al riguardo perché questo è un problema politico. All'inizio degli anni '90, in Italia scoppiò un grande scandalo perché vennero fuori dei criteri del Ministero degli interni e del Ministero della sanità che occultavano i veri dati delle morti per overdose: è chiaro che per i politici e per il governo è più comodo dire che un giovane per strada è morto di infarto che riconoscere che è morto di overdose e, quindi anche in conseguenza delle politiche applicate. Abbiamo un documento ufficiale della DG XIV sul consumo di alcool che ci dice che, in Svezia, le autorità parlano di 2000 morti l'anno per abuso di alcool, quando la realtà è di 6-7.000 morti l'anno, ma quell
e cifre servono a coprire il fallimento di una politica. Ecco allora che il problema dei dati è un problema politico, che va affrontato politicamente, con delle proposte da parte della Commissione su cui questo Parlamento possa essere chiamato a decidere.
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