DOPO L'INCONTRO A CAVTAT DEI PRESIDENTI DELLA CROAZIA E MONTENEGRO
"Vecernji list", 26 giugno
L'incontro tra il Presidente Stipe Mesic e il Presidente montenegrino Milo Djukanovic ha suscitato, come si poteva presumere, commenti negativi in Serbia. Secondo questi commenti Mesic avrebbe condizionato l'incontro richiedendo che Djukanovic si scusasse al popolo croato per qualcosa che non e' nemmeno esistito, e cio' sarebbe l'agressione contro la Croazia. Per questo abbiamo cercato di verificare l'esistenza di una tale precondizione da parte di Mesic come affermato dai media serbi. Secondo le parole di Vjera Suman, portavoce del Presidente, non e' stato espresso nessun ultimatum, ma si sapeva che il Presidente Mesic aspettava le scuse e che il Presidente Djukanovic sarebbe disposto ad una tale passo del tutto logico nel tentativo di stabilire rapporti corretti tra i due paesi vicini. Per Djukanovic, rispetto all'intera situazione politica in Montenegro e nella RSJ, si tratta sicuramente di una mossa politica assai difficile, ma altrettanto inevitabile. Per Mesic invece, cio' fa' parte dell'intera sua pol
itica internazionale il cui obbiettivo e' stabilire rapporti coretti con i vicini, buoni legami con i rappresentanti delle integrazioni europee e dialogo con tutte le grandi potenze. Le scuse del Presidente Djukanovic, viste da un tale aspetto, sono solo un passo in piu' verso la pace in queste regioni, senza la quale, qualsiasi attivita' tra la Croazia e il Montenegro, richiesta dalla vita pratica quotidiana, sarebbe assai piu' difficile e penosa. Inoltre, le scuse di Djukanovic andrebbero viste anche in luce del restringersi dello spazio intorno a Slobodan Milosevic. Djukanovic ha quindi dimostrato che la Serbia e' rimasta del tutto sola e ne rimarra' tale affinche' Milosevic e la sua politica rappresenteranno un peso intorno al collo.
LE REAZIONI SERBE E MONTENEGRINE
Belgrado condanna le scuse espresse a Dubrovnik
Con l'inevitabile frase: - Incomprensibile comportamento del capo del regime montenegrino, tutti i media ufficiali jugoslavi hanno portato l'informazione sull'incontro di Cavtat (in Montenegro, ndt.)Tanjug scrive che "il presidente croato ha condizionato l'incontro richiedendo da Djukanovic le scuse per qualcosa che non e' nemmeno esistito - l'agressione sulla Croazia". Per la maggioranza dei media ufficiali un "grande problema rappresenta anche il fatto che il Presidente croato ha dichiarato che la questione della Prevlaka non dovrebbe pesare sui rapporti tra la Croazia ed il Montenegro. Si afferma che cio' puo' essere solo "un problema tra la RSJ e la Croazia".
Per i media ufficiali problematica e' anche la presenza del ministro degli interni montenegrino Vukasin Maras a Cavtat.
I media privati informano correttamente ma trasmettono anche foto di guerra di Djukanovic e Momir Bulatovic sul fronte di Dubrovnik.(...)
La piu' aspra critica arriva dalle fila del Partito radicale serbo. Questo partito, come gia' preannunciato dal suo leader Vojislav Seselj la settimana scorsa, ha chiesto la sospensione immediata dei rapporti diplomatici con la Croazia perche si tratta "di un paese nemico" e si impegna per far rientrare al piu' presto possibile nell'ambito della Serbia la Dalmazia serba, Lica, Krajina di Knin e Slavonia.
Tutti i media elettronici montenegrini hanno riportato la notizia come evento straordinario, riportando anche trasmissioni speciali. "Pobjeda" ha dedicato all'incontro mezza prima ed intera terza pagina. Il giornale del Partito socialista popolare di Momir Bulatovic non scrive nessuna parola. Il presidente dell'Alleanza liberale Miro Vickovic per il nostro giornale dice che avrebbe il desiderio di tacerci sopra perche dopo i risultati alle recenti elezioni locali a Podgorica e Herceg Novi (dove ha vinto Momir Bulatovic, ndt.) avevano giurato di non comunicare con i cittadini che avevano dato il 90 per cento dei voti a colloro che avevano servito Milosevic contro Dubrovnik.
I LEADER DEI PARTITI SULL'INCONTRO MESIC-DJUKANOVIC
Anto Djapic, presidente della HSP (Partito croato del diritto, ndt.)
"Cosa significano le parole 'dispiacere'; in tutta questa storia e' discutibile la sincerita' delle parole espresse" - sospettoso e' Anto Djapic, presidente della HSP nella sua dichiarazione per "Vecernji list" commentando la mossa politica di Milo Djukanovic. - Si tratta di un semplice pragmatismo politico con il quale Djukanovic tenta di vincere le simpatie della comunita' internazionale e si prepara per il summit sui Balcani che dovrebbe svolgersi a Zagabria. Per questo summit si cercano politici convenienti per il territorio della ex-Jugoslavia, mentre per quanto riguarda il Presidente Mesic, anche a lui spetta una parte di responsabilita' in questo lavoro, dice Djapic sottolineando che la HSP avvertiva da tanto tempo di questo fatto.
Alla domanda se la HSP potrebbe accettare comunque le scuse montenegrine, Djapic ha risposto con fermezza: "Il dispiacimento di Djukanovic non e' sincero. E noi non ne abbiamo bisogno. Noi abbiamo invece bisogno del risarcimento dei danni di guerra da parte del Montenegro e la penalizzazione dei responsabili criminali, solo allora potremmo accettare le loro scuse.
Vesna Pusic, Presidente della HNS (Partito popolare croato, il partito di Mesic, ndt.):
"si tratta di un grande successo della politica croata e del Presidente Mesic. Per la prima volta il piu' alto rappresentante di uno stato coinvolto nell'agressione contro la Croazia e' intervenuto pubblicamente e si e' scusato. Particolarmente importante e' il fatto che Djukanovic sia intervenuto proprio a Konavle, il luogo gravemente danneggiato durante l'agressione ed e' chiaro che non e' stato un passo facile rispetto alla situazione politica in Montenegro.
Il Presidente Mesic ovviamente ha una visione e capacita' di sovrapporsi come portatore della stabilita' e di pace nella regione e grazie a cio' la Croazia si trova finalmente nella posizione dove doveva esserci da tanto tempo, come paese che si impegna per una politica democratica e di pace.
Zdravko Tomac, vice-presidente della SDP
La scuse per la necessita' del Montenegro di collaborare con la Croazia
La mossa del Presidente Mesic e' giusta ed ha dimostrato che colloro che hanno subito danni e mali possono dimostrare larghezza. L'intenzione di Mesic era quella di dare una chance all'altra parte rispetto alla nuova situazione politica in Montenegro e alla linea scelta da parte del nuovo governo. Le scuse di Djukanovic potrei caratterizare come scuse per necessita'. Il Montenegro si trova in una situazione in cui sicuramente ha bisogno di collaborare con la Croazia, e quindi le scuse fanno parte di un tale orientamento piuttosto che essere sincere. Perche' e' difficile credere nelle dichiarazioni che la gente in Montenegro temeva il nazionalismo croato e per questo causarono cosi' tanto male agli abitanti di Konavale e Dubrovnik. Ma meglio qualcosa che nulla.