La Duma non sa cosa ne pensa Putin della pena capitaleLev LEVINSON
Deadline.ru del 23 luglio 2000
Di solito gli avversari della pena di morte vengono accusati di ipocrisia. Provi a parlarne e, se Lei e' contro la pena capitale, Le ricorderanno subito delle migliaie di vittime degli assasini e delle migliaia dei caduti in Cecenia.
Un assasino, anche se spinto dai motivi piu' nobili (difendere l'innocenza offesa, liberare una citta' dai banditi) deve rispondere davanti alla Corte. L'assassino e' un criminale, ma lo Stato ha il diritto di uccidere? Ha il diritto di fare cio' che cosente ai suoi cittadini solo per legittima difesa, per difendere la vita umana e durante la guerra, nel parare il colpo del nemico? Se oggi non si usa piu' giustiziare i prigionieri, e' possibile tranquillamente fucilare i criminali che sono legati, dunque, non sono affatto pericolosi, in presenza dell'amministrazione e del medico?
La scelta che - nell'opposizione contro se stesso, per motivi di lucro o di vendetta, per il "sobrio" calcolo o nell'estasi dell'ubriachezza - muove la mano dell'assasino e il castigo per la quale deve essere inevitabile, puo' questa scelta determinare le azioni dello Stato? Se cosi' e', forse questo puo' spiegare perche' lo Stato uccide i suoi cittadini anche in Cecenia, fungendo allo stesso tempo da criminale, da giudice e da boia?
Quando nel 1996 la Russia e' stata ammessa al Consiglio d'Europa, l'abolizione della pena di morte sembrava irreale. Senza pensarci due volte le autorita' hanno firmato l'obbligo di introdurre il moratorio sulle esecuzioni capitali che entrava in vigore dal giorno dell'adesione, ma all'inizio nessuno aveva l'intenzione di mantenere la parola. Soltanto in sei mesi che hanno seguito le solenni promesse, sono stati giustiziati 56 persone. Nel marzo del 1997 il disegno della legge "Sulla moratoria sulle eseciuzioni delle pene in forma di pena capitale" e' stato bocciato dalla Duma: solo 78 deputati hanno votato " a favore".
La PACE ha minacciato l'espulsione e il presidente Eltsin, nell'agosto del 1996, ha ordinato al Presidente della Commissione per la Grazia di non esaminare piu' i casi dei condannati a morte, dopo di che non e' stata eseguita nessuna condanna. Pero' anche la nuova situazione non ha soddisfatto il Consiglio d'Europa: l'accordo tra Boris Nikolaevic Eltsin e Anatolij Ignat'evic Pristavkin non aveva la forza della legge; Elzin non ha emesso nessun decreto o ordine ufficiale sull'argomento, mentre i giudici continuavano ad emanare le condanne a morte. Per l'inizio del 1999 si sono accumulati piu' di 700 condannati "congelati".
Come al solito, si e' cercato l'aiuto della Corte Costituzionale. Si e' ricordato che secondo la Costituzione ogni persona, accusata di aver un grave reato, che prevede anche la pena capitale, deve avere il diritto all'esaminazione del suo caso con la partecipazione della corte dei giurati. La corte dei giurati - dal 1993 e fino ad oggi - funziona solo in 9 regioni il che vuol dire che la situazione dei condannati non e' indentica e dipende dalla regione - nessuno ha abolito il principio dell'organizzazione territoriale della giustizia. Visto che la riforma della giustizia si e' fermata e non si pensa neanche di promuovere la corte dei giurati, dal 2 febbraio 1999 la Corte Costituzionale ha sospeso l'emanazione delle condanne a morte. I condannati sono stati graziati, invece della pena capitale alcuni sono stati condannati a 25 anni di reclusione, gli altri a carcere a vita. In Russia i condannati a morte non ci sono piu'.
La Comunita' Europea, pero', non e' soddisfatta da questa soluzione. La Russia ha promesso al Consiglio d'Europa non solo di introdurre la moratoria senza indugio, ma di ratificare in tre anni il Sesto Protocollo alla Convenzione Europea sulla difesa dei diritti umani e delle liberta' fonamentali, che preveda l'abolizione definitiva della pena di morte in tempo di pace. Sono passati piu' di quattro anni.La moratoria non e' stata approvata. Il protocollo non e' stato ratificato. Come pirma, tutto dipende dall'ambigua decisione della Corte Costituzionale: con l'introduzione della corte dei giurati le esecuzioni potrebbero ricominciare.
L'anno scorso per i parlamentari russi - che regolarmente dovevano rendere conto alla PACE sulla situazione con la pena di morte - e' stato piu' facile rispondere alle domande. La Duma non puo' ratificare gli accordi internazionali per la sua propria iniziativa. E il Presidente, benche' i tre anni concordati siano finiti il 28 febbraio 1999, ha proposto il protocollo per la ratifica solo il 3 agosto. La Duma precedente non ha fatto in tempo a discutere il problema Si capisce, c'erano le elezioni.
La posizione della Duma attuale e' piu' complicata. Intanto il problema ceceno ha rimosso per gli europei la pena di morte. Pero', la situazione si fara' brutta quanto, finita la guerra in Cecenia, si tentera' di nuovo di cacciare via la Russia dall'Europa. Per questo il 3 aprile scorso il Comitato della Duma per la legislazione, presieduto da Pavel Kraseninnikov, ha raccomandato alla Duma di approvare la legge sulla ratifica della moratoria. Alla seduta del Comitato solo il rappresentante del Partito Comunista Vladimir Kaljagin e' intervenuto contro questa porposta.
Questa volta per arrivare dal Comitato al Consiglio della Duma ci sono voluti piu' di due mesi (di solito ci voglono solo alcune ore). Finalmente, fatto uno grosso sforzo, il Consiglio ha messo la questione della ratifica sull'agenda, per il 23 giugno. Ma il 22 giugno - alla prossima seduta del Consiglio - la discussione del Sesto Protocollo e' stata annullata. La delegazione russa non andra' al Consiglio d'Europa, dunque, non c'e' bisogno di preoccuparsi.
Sarebbe sbaliato considerare questo sabotaggio come provocazione dei comunisiti. Molti importanti rappresentati del gruppo comunista (ad esempio, Valerij Zorkak'tsev e Alevtina Aparina) da tempo intervengono a favore dell'abolizione della pena di morte. Mentre tanti democrati spesso sono tra i convinti sostenitori della pena capitale. Cosi' nella scorsa Duma uno dei leader della Russia Democratica, Viktor Kurockin, ha chiesto di identificare e punire i responsabili della mancata esecuzione della condanne a morte. Fra l'altro, in questo modo tanti "amatori delle fucilazioni" fanno piacere ai loro elettori: si sa che l'idea dell'abolizione non e' popolare.
E' stato Boris Eltsin a proporre il Sesto Protocollo per l'approvazione. Dunque, i dubbi della Duma sono comprensibili. Come vede questa facccenda il nuovo presidente? Per il momento Putin non ha espresso nessuna opinione sulla pena di morte - tranne la sua promessa di tacere.