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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Olga - 31 luglio 2000
L'ultima parola di Dmitrij Neverovskij al suo processo, Obninsk, il 25 luglio 2000

Ho rinuniato al servizio militare per le mie convinzioni antimilitari.

In primo luogo, sono contro qualsiasi esercito come istituto di violenza politica e del massacro. Ritengo che i conflitti internazionali vadano risolti con le trattative, non con la guerra. Condivido le idee delle non-violenza nello spirito di Mahatma Gandhi - che ha combattuto contro gli inglesi per l'indipendenza dell'India - ma ha combattuto con i mezzi pacifici, non quelli militari. Sono antimilitarista, vuol dire che sono per la non-violenza. E' per questo che ancora nel 1996 mi sono iscritto all'ARA e da quel anno partecipo alle azioni animilitari. Queste sono le mie convinzioni. Ed le ho sempre avute, fin dall'infanzia: quando avevo 17 anni ho dichiarato che per le mie convinzioni non volevo fare il militare. Allora c'era ancora la vecchia costituzione, ma io ho dichiarato lo stesso che era contro il servizio militare.

In secondo luogo, sono contro il servizio militare in generale - non solo contro il servizio nel nostro esercito - perche' in tutto il mondo l'esercito viene usato non per la difesa dall'aggressione esterna, ma per la conquista, per occupare altri paesi e schiacciare le rivolte popolari nei propri paesi. Il nostro esercito ha occupato la Cecoslovacchia, l'Afganistan e continua la guerra in Cecenia - bombardando e sottoponendo all'atttacco dei missili villaggi e citta', uccidendo centinaia e migliaia dei cittadini. Ma anche l'esercito americano aveva occupato Vietnam e bombardato Belgrado. Le loro azioni sono ugualmente contrari alle mie convinzioni. Considero un crimine l'entrata dei carri armati a Mosca nel '91 e il cannoneggiamento del palazzo del Consiglio Supremo a Mosca nel '93, e, certamente, la guerra contro tutto il popolo ceceno. E' un crimine. Queste sono le mie convizioni che possono piacere o no al Commissario militare - ma le mie convizioni sono queste. Io rifiuto di avere qualcosa in comune con

questi crmini.

Dal '95 partecipo al movimento contro la guerra in Cecenia. Ho preso parte alla raccolta delle firme e alla distribuzioni delle informaizoni sulle atrocita' del nostro esecito in Cecenia. L'esempio della guerra cecena mi ha dimostrato che dai tempi dell'Unione Sovietica nell'esercito non e' cambiato niente: come prima, l'esercito viene usato contro la popolazione pacifica cosi' come e' stato a Tbilisi e a Vilnius. Proprio in quel momento ho lasciato il Dipartimento militare del mio Istituto - non posso essere un complice della guerra contro i cittadini della Russia: oggi in Cecenia, domani agli Urali, a Mosca o qui, ad Obninsk. Non posso avere niente a che afre con l'esercito per non considerarmi colpevole delle sue azioni.

Non mi rifiuto di difendere la patria: se qualcuno aggredisce la Russia, come i tedeschi nel '41, posso prendere le armi - per difendere la partia. Ma scriveva Aleksandr Galic: "Citttanidi, la patria e' in pericolo, i nostri carri armati sono nella terra altrui." L'aveva scritto a proposito dell'occupazione della Cecoslovacchia. L'occupazione non vuol dire difendere la partia. Massacrare i cittadini pacifici in Cecenia non vuol dire difendere la partia. Queste sono le mie convinzioni.

Mi rendo conto che sono stato messo in prigione per intimidire gli altri obiettori - il Commissario militare ha dichiarato che in questo momento ad Obninsk non ci sono altri obiettori. Ma io sono dell'opinione che difendere le mi convinzioni e' mio dovere, anche se rischio di ritornare in carcere ancora una volta. Preferirei di non tornar in carcere, ma di fare il servizio alternativo - secondo il diritto garantitomi dalla Costituzione della Russia.

Un'ultima cosa. Sono cittadino russo e ho l'intenzione di vivere in Russia. Non posso dire che non me ne importi niente in quale paese vivere. In tutti i paesi decenti si usa rispettare la Costituzione. Per me e' importante lottare perche' anche in Russia si rispetti la Costituzione. Si rispetti esattamente quello che c'e' scritto - non come pare e piace al Commissario Miitare o al Procuratore. Per questo sto combattendo per quello che e' scritto nella Costituzione: per il diritto del cittadino a sostituire il servizio militare con quello alternativo civile per obiezione di coscienza. Vorrei tanto che il nostro paese finalmente diventasse un stato di diritto e che domani i miei figli non avessere paura di dire quello che pensano.

 
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