ANCHE PER CREMLINO MILOSEVIC "E' UN INCUBO"
Vjesnik, quotidiano, Zagabria, 28 settembre
Se Milosevic rimanesse alla guida di Belgrado, Milo Djukanovic avra' nuovi e ancor piu' forti argomenti per la scissione del Montenegro dalla Jugoslavia, e questo tentativo molto probabilmente non gli sara' ostacolato da parte dei capi occidentali/ Con l'uscita del Montenegro dalla RSJ scompare anche l'ultimo argomento per cui il Kosovo dovrebbe continuare a far parte della Jugoslavia, un fatto che secondo Mosca porterebbe inevitabilmente alla nuova guerra sanguinosa nei Balcani.
Mosca, 27 settembre (dal correspondente di Vjesnik) - Con le quotidiane dichiarazioni misurate del proprio ministero degli esteri sulle elezioni presidenziali di domenica scorsa in Jugoslavia, il governo russo si prepara per la soluzione della lotta al potere in Belgrado. Pubblicamente non sostiene un Milosevic elettoralmente e moralmente sconfitto, ma non gli sbatte nemmeno la porta. Contemporaneamente, il Cremlino fa capire di essere pronto ad accettare "il presidente jugoslavo legalmente eletto" non dubitando che molto probabilmente lo sara' Vojislav Kostunica. E' per questo che l'ultima dichiarazione ufficiale del ministero degli esteri richiama le parti contrapposte di rinunciare al conflitto e di mantenere la pace e stabilita' del paese.
L'attegiamento riservato e pragmatico della Mosca ufficiale e'motivato con il desiderio di mantenere, qualunque sia la soluzione, il proprio influsso politico in Jugoslavia, nonche' le simpatie dei cittadini serbi indipendentemente dal fatto se avessero votato per Milosevic o Kostunica. Pero', nei colloqui dietro le quinte, i diplomatici russi non nascondono che Milosevic per Cremlino rappresenta "un incubo" e che sarebbero ben lieti del suo pacifico ritiro dal potere. La sua rimanenza rappresenterebbe l'inevitabile dissoluzione della Jugoslavia mutilata e una successiva perdita dell'influsso russo in quella zona che a Cremlino non giova. Infatti, la rimanenza di Milosevic alla guida di Belgrado darebbe nuovi, ancor piu' forti argomenti a Milo Djukanovic per la scissione del Montenegro dalla Jugoslavia, e questo suo tentativo molto probabilmente non sara' piu' ostacolato da parte dei capi occidentali. Con l'uscita del Monenegro dalla RSJ scompare l'ultimo argomento per cui il Kosovo dobrebbe continuare a far
parte della Jugoslavia, un fatto che secondo Mosca porterebbe inevitabilmente alla nuova guerra senguinosa nei Balcani.
Pero', mentre Mosca in modo efficace riesce a camuffare le proprie aspirazioni attraverso dichiarazioni diplomatiche, i media russi ne parlano e scrivono apertamente. Lo dimostrano anche i titoli come " A signor Milosevic rotta la spina dorsale!", "Milosevic ancora presidente, ma non piu' padrone", "Rivoluzione legale in Jugoslavia", sotto ai quali i giornali russi in questi giorni pubblicano i loro commenti sulle elezioni e la situazione a Belgrado. In questo senso, giornalisti russi sono convinti che il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder lunedi' scorso aveva visitato Mosca anche per poter parlare con Vladimir Putin del destino postelettorale di Slobodan Milosevic. "Radio Sloboda" ha dichiarato che il figlio di Milosevic si trova gia' a Hong Kong per aquistare una villa per suo padre il quale, come si dice, dopo la discesa dal potere, ricevera' l'asilio in Cina. Si afferma che a richiesta dell'occidente, Mosca avrebbe il principale ruolo nella soluzione dietro le quinte del destino di Milosevic, ma e' d
ifficile confermare la verita' di tali voci. Infine, tutti i media russi non valutano in modo uguale le elezioni jugoslave. Cosi' il quotidiano Ruskaja gazeta sotto il titolo "Applicato il modello croato" della sostituzione del potere di Tudjman a Zagabria, ha denunciato i paesi occidentali di aver fornito all'opposizione di Milosevic grandi aiuti finanziari e propagandistici per discreditare i politici scomodi e portare al potere persone a loro leali. Per il giornale comunista Sovjetskaja Rusija, le elezioni di domenica scorsa sono l'esempio di una "ingerenza sgarbata senza precedenti dell'Occidente e della NATO, di una pressione generale sull'elettorato jugoslavo per non dare i loro voti a Milosevic bensi' al suo oppositore Kostunica".