CROAZIA E SERBIA SULLABILANCIA POLITICA AMERICANA
Commento
di Fran Visnjar, Vjesnik, Zagabria, 27 settembre
Il comune esercizio militare delle forze croate e americane a Zirje rappresentano una riuscita operazione tattica che sara' utile per l'adestramento delle Forze armate croate, ma cio' non si dovrebbe in nessun modo innalzare a livello di una svolta strategica per la difesa. Il comune sbarco e' stato pianificato da alcuni mesi ed ha coinciso con lo svolgimento delle elezioni in Jugoslavia e con la crescente tensione in Serbia e Montenegro, che da noi e' stato interpretato come "affermazione di quanto sia importante la Croazia".
Gli americani sicuramente vogliono che le forze armate croate siano quanto piu' efficaci e simili a quelle proprie, ma politicamente, gli Stati Uniti ritengono che la svolta strategica stia avenendo proprio in Serbia, dove l'opposizione ha pesantemente sconfitto il partito socialista governativo di Milosevic. Infatti, l'assai tirchio Congresso americano, ha reagito subito offrendo generosamente un aiuto all'opposizione di perfino 500 milioni di dollari (una somma di cui la Croazia attualmente puo' soltanto sognare). Qualunque sia lo svolgimento della situazione in Serbia, gli americani aiuteranno la parte vincente affinche' il ritiro di Milosevic dal potere diventasse piu' veloce possibile. Cio' significa che Vojislav Kostunica e i 18 partiti dell'Opposizione democratica di Serbia diventeranno "i prediletti" non soltanto degli USA ma dell'intera Europa occidentale. Un tale sviluppo della situazione (e non si tratta qui solo di segnali bensi' di azioni concrete) porteranno la Croazia ad affronatere alcune de
cisioni importanti: primo, quali posizioni assumere rispetto a Kostunica e all'evidente periodo di transizione in Serbia dove tutto sia possibile. Secondo, bisogna subito porsi la domanda se la convincente vittoria dell'opposizione serba sia il momento in cui la Croazia dovrebbe riprendere i contatti interstatali con la Serbia, che comprende inoltre l'apertura di vecchie vie con importanza internazionale perche' collegano l'Europa occidentale e centrale con la Serbia e portano verso la Grecia e Turchia. Terzo, quali sono i vantaggi di una normalizzazione dei rapporti croato-serbi nelle condizioni nuove per la propria economia e sicurezza nazionale.
Questi dunque i temi (ovviamente anche problemi) che fra poco l'Occidente mettera' sull'ordine del giorno nei colloqui ufficiali con le autorita' croate. La carta principale della Croazia, abbondantemente utilizzata negli ultimi 10 anni, che la Croazia per l'Occidente e per gli Stati Uniti sia un partner strategico (militare) importante, si e' assai sciupata, perche' e' piu' che evidente che l'amministrazione americana (democratica o repubblicana, qualora sia) premiera' intensamente i cambiamenti in Serbia. In tali circostanze, a Washington non c'e' piu' bisogno di costruire una Croazia "militarmente" forte ne' insistere nei costanti appoggi militari sul suo territorio. Negli occhi di una parte di eminenti politici americani (e geopolitici), la Serbia democratica ha un peso piu' importante di tutti i vantaggi croati. Per questo l'esercizio militare vicino a Zirje non bisogna seguire ne' vivere con tanto di euforia, e ancor meno insistere che si tratti di una "impresa epocale". Il pragmatismo americano e' mo
lto adattabile e altrettanto doloroso per gli ingenui. Per questo non bisogna essere delusi, bensi' ancor prima degli Stati Uniti con il nuovo governo serbo (di Belgrado) stabilire e consolidare rapporti indipendenti, ovviamente a patto che la diplomazia croata sia quella parte dell'aministazione di stato piu' capace di scrivere e leggere.