("Corriere della Sera", 26 febbraio 2001)<> che hanno conquistato recentemente la proprietà della Gaz, sono sbarcati a Torino per incontrare direttamente i vertici Fiat, da Gianni Agnelli a Paolo Fresco, a Cantarella, a Testore. Era un appuntamento difficile perché gli oligarchi che controllano il totale della produzione russa di alluminio (cioè il 10% di quella mondiale) e che hanno deciso di entrare direttamente nei settori che usano i prodotti dei loro altiforni (automobili, ma anche aerei, treni e autobus) non hanno una conoscenza approfondita del mondo dell'auto. E dopo la conquista della Gaz di Nizhnij Novgorod (dove deve nascere appunto il nuovo stabilimento) avevano rilasciato dichiarazioni che facevano pensare alla volontà di abbandonare la collaborazione con l'azienda italiana.Invece ieri, secondo fonti bene informate, da parte russa è stata espressa la volontà di rimettere in marcia il progetto per costruire in Russia la Palio, la Palio WE e la Siena, le vetture medio-economiche del gruppo Fiat che dovrebbero garantire un veicolo a prezzi accessibili per migliaia di russià Non solo. I proprietari della Gaz à vorrebbero creare a Nizhnij un polo dei trasporti e quindi parlano di collaborazione anche nel settore dei motori diesel e dei camion.
Segnali positivi, dunque, dopo che anche da parte italiana c'era stata una certa cautela nel fare affari con gli uomini dell'alluminio, soprattutto con il numero uno Oleg Deripaska, un siberiano d'assalto di 33 anni, accusato dai suoi avversari di collusione con il mondo criminale. Accuse che lui respinge al mittente, affermando che sono i suoi avversari ad essere in affari con la mafia russa.>> (Fabrizio Dragosei)