Fra Napoli (dove si aperta la Conferenza sulla droga) e Roma (dove ieri Pannella ed altri 5 militanti riformatori sono stati rinviati a giudizio per avere utilizzato la disobbedienza civile come strumento concreto per la riforma della legge sulla droga), sembra esserci una distanza di molto superiore a quella geografica.
La parata di "star", a cui, ovviamente, il Presidente della Repubblica non ha mancato di dare il proprio declamatorio rilievo e contributo, sara' chiamata - grazie alle mozioni "proibizioniste" approvate alla Camera - a difendere con difficolta' il poco che e' decente difendere della legge sulla droga, mentre sarebbe urgente e responsabile procedere al piu' presto ad un completo capovolgimento di impostazione politica e normativa.
In questo quadro, bisogna dare atto al Ministro Turco di avere reagito con fermezza all'approvazione delle mozioni "proibizioniste" alla Camera dei Deputati, e di avere confermato la "neutralita'" del governo sulle proposte di legalizzazione della cannabis e l'intenzione di procedere sulle politiche di riduzione del danno.
D'altra parte, particolare apprezzamento merita l'attenzione da parte del Ministro al problema della mancata attuazione del principio (sancito dal referendum del 1993) della non punibilita' dei consumatori di droghe proibite.
Ci chiediamo (e verificheremo nelle prossime ore) se e quanto ci sara' spazio per discutere di droghe e tossicodipendenze in modo laico, partendo dai due assunti che tenteremo di introdurre nella Conferenza.
Il primo e' che oggi, in Italia e nel mondo, si muore e ci si ammala assai piu' di droghe legali che di droghe illegali.
Il secondo e' che i danni sociali, sanitari, economici e politici prodotti dalle "droghe proibite" sono moltiplicati e resi devastanti piu' per effetto delle leggi che delle sostanze.