DICHIARAZIONE DEGLI ESPONENTI ANTIPROIBIZIONISTI MAURIZIO TURCO E GIULIO MANFREDI.L'8 ottobre è entrato in vigore (con un anno di ritardo) il decreto del ministro di Grazia e Giustizia che prevede la possibilità che cittadini già condannati per aver propagandato o compiuto atti razzisti e/o xenofobi siano passibili, come pena accessoria, di lavoro coatto non retribuito presso svariati enti, fra cui "organizzazioni di assistenza sociale o volontariato operanti, in particolare, nei confronti di tossicodipendenti, persone affette da infezione di HIV, portatori di handicap, malati, anziani, minori, ex detenuti o extracomunitari".
A tale proposito, gli esponenti antiproibizionisti Maurizio Turco (segretario del CORA) e Giulio Manfredi hanno dichiarato:
»E' giusto che la legge faccia convivere, in modo coatto, a discrezione dell'autorità giudiziaria, persone che hanno commesso reati gravi d'intolleranza e d'incitamento all'odio con persone già vittime della medesima intolleranza? E' allarmistico preveder un fondato rischio di tensioni, contrasti, incidenti all'interno, per esempio, di una comunità per tossicodipendenti o per malati di AIDS? Non stride, infine, tale provvedimento con il tentativo, da parte dello Stato, di regolamentare il personale delle comunità inserendo al loro interno educatori, assistenti sociali, psicologi, sociologi, pedagogisti, medici?
Il legislatore affronta i pericoli suddetti con la previsione di un'assicurazione sulla responsabilità civile verso terzi "a carico degli enti interessati": più che una soluzione ci pare l'ennesima, intollerabile monetarizzazione dei rischi alla salute e alla sicurezza dei cittadini, in questo caso dei più deboli e indifesi .