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Notizie CORA
Radio Radicale Roberto - 9 dicembre 1994
CONSIGLIO GENERALE DEL CORA
Pozzuoli (Na) 9-10-11 Dicembre 1994

Relazione del Segretario

Maurizio Turco

Compagni e compagne

Non siamo il coordinamento radicale antidroga e non abbiamo mai chiesto la chiusura di san patrignano.

Non c'è mai stato un coordinamento radicale antidroga ma, dal 1998, esite il CORA, il coordinamento radicale antiproibizionista, che organizza le lotte per una nuova politica sulle droghe nel nostro paese.

Eppure il 29 novembre telegiornali del servizio pubblico hanno ripreso un nostro comunicato stampa in cui tra l'altro chiedevamo la ristrutturazione di San Patrignano e hanno detto testualmente "il coordinamento radicale antidroga chiede la chiusura di san patrignano".

Il 29 novembre sentento quei telegiornali, leggendo le trascrizioni del centro d'ascolto diretto da valeria ferro, ho davvero pensato che la nostra storia fatta anche di referendum, anche di incatenamenti ai cancelli della rai per pubblicizzarli, e anche di digiuni per rispettarne gli esiti, fosse irrimediabilmente segnata. Non vi nascondo - e l'ho manifestato anche pubblicamente attraverso l'unico microfono che raccoglie le nostre lotte, quello di radio radicale - che non vi fosse altro da fare che sospendere attività e iniziative in corso ed iniziare una lotta per recuperare gli spazi di informazione negati.

Ho quindi maturato la convinzione che questa seduta del cg -già convocata- avrebbe avuto la valenza politica -ma non statutaria- di un congresso e che avrebbe dovuto assumersi le responsabilità statutaria di organo supplente del congresso.

Faccio questa premessa -consapevole che potrebbe essere una conclusione- perché sono convinto che questo consiglio generale non potrà concludersi come se ci trovassimo ad operare in una situazione di normalità. Normalità che, per una organizzazione democratica, è la possibilità concreta di partecipare al gioco democratico e perno di questo gioco è il diritto del cittadino di conoscere per poter poi decidere e di chi fa politica ad essere conosciuto.

Noi siamo stati già giudicati non dai cittadini ma da chi detiene il potere dell'informazione sottraendo al cittadino un diritto fondamentale.

Non è importante qual'è il giudizio degli operatori dell'informazione sulle nostre iniziative, quel che ci interessa è che esercitano un diritto che non gli è riconosciuto, cioè commettono dolosamente un abuso.

Il CORA registra un anno di censure sulle proposte politiche, sulle iniziative e su rarissime prese di posizione. Un anno di censure culminato con la notizia falsa, anzi falsissima che vi ho detto. A proposito della notizia che stravolgeva il nome del cora e la presa di posizione, nonostante le puntuali sollecitazioni di Giulio Manfredi, non ho ritenuto di dover chiedere la rettifica.

E l'ho fatto pubblicamente perché sono davvero convinto che sarebbe stato come se si fosse intervenuti su una testa rotta con un cerotto.

Ma quanto accaduto il 29 novembre, come dicevo, è il culmine di una serie di censure, di attacchi, di insulti, di pregiudizi che ci sono stati rivolti a partire dal congresso di genova del gennaio scorso nel quale abbiamo costituito il CORA del 94.

Un compagno mi ha fatto notare che siamo isolati. Dirò di più siamo isolati e sconfitti. Il 29 novembre ho avuto la sensazione chiara e netta di una sconfitta non tanto della nostra organizzazione quanto delle nostre lotte. Un isolamento ed una sconfitta che registriamo sul fronte politico, sul fronte governativo, sul fronte parlamentare.

Sul fronte politico abbiamo registrato l'anatema di una parte dei progressisti che, come abbiamo visto in seguito, non era fine a se stesso ma finalizzato ad annettere la lotta antiproibizionista al proprio polo.

Dobbiamo tacere questa verità per paura di rimanere isolati o invece dobbiamo dire chiaro e forte agli antiproibizionisti progressisti che se l'antiproibizionismo fosse esclusiva di uno schieramento o se usato strumentalmente per uno scontro governo/opposizione è destinato al fallimento certo?

Dobbiamo forse tacere per paura di rimanere isolati che la strategia della riduzione del danno è stata assunta come politica del nostro paese dopo anni di lotte del CORA, come ha ricordato e riconosciuto il Ministro Contri?

E per quale ragione non dobbiamo dire a quella parte del Pds che sostiene le strategie di riduzione del danno, che queste non possono essere attuate dando un pochino di soldi a tutti ma è necessario partire dalla valutazione costi/benefici delle iniziative prese negli scorsi anni?

O non dovremmo forse riconoscere che il Manifesto ha ragione a far presente a Massimo D'Alema che quando parla di San Patrignano come una entità extraterritoriale in effetti questa ricade in una regione rossissima? O forse dovremmo tacere che l'Emilia Romagna si è distinta tra tutte le regioni italiane per il suo efferato proibizionismo sulle cure farmacologiche per le tossicodipendenze?

E ancora non dovremo forse far notare la differenza di metodo tra noi che domani alle 17 a napoli al maschio angioino terremo una manifestazione per una rapida discussione di tutte le proposte di legge depositate in parlamento, mentre quei progressisti che hanno presentato successivamente proposte simili alla nostra si dimenticano puntualmente di noi? A questo proposito vorrei ricordare il tentativo pubblico, fatto in occasione di un dibattito che si è tenuto a radio radicale, quando ho chiesto esplicitamente a franco corleone di condurre una iniziativa comune per arrivare ad una rapida discussione delle proposte di legge, senza troppi fronzoli la risposta è stata negativa. Oggi dobbiamo lanciare una campagna anche nonviolenta perchè si arrivi rapidamente ad un confronto parlamentare sulle proposte di legge che giacciono in parlamento.

Ma, detto questo, il CORA ha continuato ad essere l'unica organizzazione degli antiproibizionisti ed ha continuato ad avere al suo interno deputati e militanti di tutte le forze e schieramenti politici. Anche in questo 1994 e continueremo a lavorare con questo metodo anche in seguito. Perché di questo metodo siamo convinti e perché non conosciamo altri metodi capaci di assicurare conquiste civili. Anche pagando il prezzo dell'isolamento spero continueremo ad esercitare una lucida e rigorosa denuncia di tutti i tentativi di annessione, di annacquamento o stravolgimento della strategia antiproibizionista.

Sul fronte governativo ricordo che l'11 luglio il consiglio generale decise all'unanimità di manifestare davanti a palazzo chigi il sostegno del CORA all'accordo pannella-berlusconi, quell'accordo ci risulta tuttora valido e tuttora non attuato. E in alcuni casi addirittura contraddetto, come abbiamo puntualmente e pubblicamente denunciato.

Mi riferisco in particolare alle due reiterazioni che il Ministro guidi ha fatto al decreto che eravamo riusciti a conquistare grazie e con la convinzione del Ministro Contri e del Dottor Giuseppe Graziano responsabile del dipartimento tossicodipendenze e che da oggi pomeriggio parteciperà ai nostri lavori. Mi riferisco sempre al Ministro Guidi per quanto riguarda la nomina del responsabile dell'ufficio tossicodipendenze nella persona del poliziotto Ennio Di Francesco, prima coraggioso e convinto sostenitore dell'astensione in occasione del referendum droga ed oggi responsabile dell'attuazione degli esiti di quel referendum. Ma sull'azione disastrosa e disastrante del Ministro Guidi relazionerà Giulio Manfredi che fa parte della segreteria e che ha svolto un lavoro certosino e preziosissimo che ci ha consentito di agire con precisione e puntualità. Tacerò su quanto penso del fatto che per ben tre volte abbiamo chiesto al Ministro Guidi di essere ricevuti per esporgli le nostre perplessità sul suo operato e s

ottoporgli le nostre proposte. Non tacerò invece sull'iniziativa del deputato franco corleone di chiedere le dimissioni del ministro guidi in una chiave di contrapposizione governo/opposizione che a mio avviso è la migliore garanzia dell'inamovibilità del ministro guidi. credo invece che serva la mobilitazione poltica per il rispetto deglie siti referendari.

Ed ancora sul fronte governativo ci sono le Linee guida per il trattamento farmacologico delle tossicodipendenze diramate dal Ministro Costa. Come ho più volte detto, questo documento è rivoluzionario rispetto alla situazione pre referendaria ma anche contraddittorio nelle diverse parti. Vorrei inoltre ricordare che questo documento è frutto anche del nostro contributo che siamo stati chiamati a dare, dal Ministro Garavaglia, dopo un digiuno a difesa degli esiti referendari. Ma anche il Ministro Costa ha sempre continuato a chiedere il nostro parere. C'è comunque qualcosa di poco chiaro nel testo finale delle linee guida. Abbiamo infatti saputo che durante il convegno annuale degli operatori dei servizi pubblici il Dottor Avico, che aveva fatto parte della commissione tecnica che ha stilato le linee guida, ha illustrato un testo che non corrispondeva a quello pubblicato nella gazzetta ufficiale, e non corrispondeva proprio in quelle parti che avevamo dato quale nostro contributo. Ci risulta inoltre che il Do

ttor Avico ha sostenuto in quella pubblica sede che si sarà trattato di errori di stampa. Se così fosse chiederemo la immediata correzione e la ristampa; se invece qualche solerte funzionario ha voluto dare il suo personale contributo sarà bene sostituirlo. Resta però da riconoscere al Ministro Costa che nonostante le sue personali convinzioni non ha avuto alcuna difficoltà a dire, anche a Muccioli che gli contestava di aver firmato le linee guida, che lui ha semplicemente preso atto di quelle che sono le acquisizioni scientifiche. Esattamente quello che noi chiediamo agli uomini di Governo. Sulle linee guida e sulle iniziative che abbiamo messo in cantiere relazionerà dettagliatamente Lucio Bertè che fa parte della segreteria e che ha seguito il lavoro che gli esperti del CORA hanno portato nel comitato tecnico-scientifico che ha esteso la prima bozza delle linee guida.

Sul fronte parlamentare, come sapete, abbiamo depositato due proposte di legge. Devo ringraziare Elio Vito che da parlamentare ci ha aiutato a depositare le firme e ha seguito tutto l'iter burocratico consentendo che in tempi rapidissimi la proposta di legge per la legalizzazione della marijuana e la distribuzione controllata di eroina venisse assegnata alle commissioni giustizia e affari sociali per la discussione congiunta. Come sapete la presidente della commissione giustizia Tiziaqna Maiolo ha dato la propria disponibilità per una rapida messa all'odg mentre il leghista calderoli non è affatto dello stesso parere. Abbiamo anche fatto una campagna di pressione sul presidente calderoli ma senza alcun effetto.

Compagne e compagni,

come avete ascoltato sono il primo a riconoscere le difficoltà, l'isolamento in cui ci troviamo, le sconfitte che dobbiamo registrare e quindi comprendo quel senso di frustrazione e a volte di dolore che, come ciascuno di voi, anch'io provo.

Oggi però siamo arrivati ad un bivio: dichiarare il fallimento o rilanciare con una lotta dura, rigorosa, nonviolenta, probabilmente lunga.

Ho detto all'inizio che quel 29 novembre, giorno in cui gli organi di informazione pubblici hanno sinanche stravolto in antidroga la nostra azione antiproibizionista ho maturato la convinzione che questa seduta del cg avrebbe dovuto assumersi la responsabilità statutaria di organo supplente del congresso.

Oggi dobbiamo essere consapevoli che il nostro agire o è pubblico o è una simulazione fine a se stessa. E' in questa sede ed in questo senso e da questo dibattito che dovranno uscire delle decisioni.

La proposta che faccio a questo consiglio generale è di

- sospendere la convocazione del congresso sino a quando non sarà messo all'odg delle commissioni giustizia e affari sociali l'analisi dei progetti di legge sulle politiche sulle droghe e le tossicodipendenze e il rispetto degli esiti referendari a questo proposito propongo una iniziativa nonviolenta e una mobilitazione parlamentare.

- e di aprire la campagna di iscrizioni al 1995 fissando la quota minima a 100.000 lire

Queste proposte per qualcuno potrebbero apparire o essere eccessive. Ma dobbiamo avere la lucidità e la responsabilità di assumerci in prima persona un supplemento di impegno reale.

Per quanto mi riguarda rimetto a questo Consiglio generale il mandato affidatomi dal congresso perchè si possa dibattere e decidere con serenità e pienezza di poteri e responsabilità personale. Vi ringrazio davvero per quanto avete fatto in questo anno e per quanto faremo.

 
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