Cara Carla, Caro Maurizio, Caro Roberto,

vi comunico che non parteciperò al vostro congresso. Solo ieri, mercoledì 25, nel corso di una telefonata con Maurizio, sono venuto a conoscenza della fisionomia che il congresso va assumendo: o che, sin dall'inizio, aveva ma che non mi era stata comunicata al momento in cui ho ricevuto l'invito.

Ero interessato, nonostante tutto, al vostro congresso perché la larga convergenza in materia di droghe e antiproibizionismo mi induceva ad accantonare, per un momento, le larghissime e insuperabili divergenze nel giudizio sul quadro politico, sul governo Berlusconi e sul Polo delle libertà. Volevo, dunque, discutere con voi - collocati politicamente, per identificazione con il Partito radicale e i Club Pannella, su un versante opposto al mio - di tattica e strategia dell'antiproibizionismo. E di obiettivi e programmi comuni. Ma poi scopro che il congresso del CORA non è più - in alcun modo - un congresso di antiproibizionisti che discutono tra loro e con chi antiproibizionista non è ma è interessato a comprendere le nostre ragioni. Non è più nulla di tutto questo e non è nemmeno un'occasione di confronto-scontro, anche duro, con chi - come Vincenzo Muccioli - si interessa di tossicodipendenza da posizioni opposte alle nostre. No, il congresso del Cora è diventato al tribuna per gli sponsor politico-ideologi

ci del proibizionismo più aggressivo, intollerante e illiberale. Ma perché mai io dovrei "confrontarmi" con Maurizio Gasparri e Alessandro Meluzzi? Che cosa mai hanno detto e fatto, questi signori, sulle questione delle droghe, se non incassare politicamente i frutti della loro indecente strumentalizzazione di San Patrignano? Che cosa mai hanno detto e fatto, questi signori, se non insultare gli antiproibizionisti?

Questo mi impedisce di partecipare al vostro Congresso: ma non mi impedisce, e non mi impedirà, di ricercare, ancora, altre occasioni per iniziative comuni.

Cordiali saluti

Luigi Manconi