Così come è successo alla Camera, il Senato ha tentato ieri di approvare in fretta e furia la conversione del decreto-legge sulla tossicodipendenza, senza tenere conto degli emendamenti migliorativi presentati dal CORA e da altre parti. Ma la mancanza, per due volte, del numero legale ha impedito di giungere al voto.
Meglio così.
Quello che serve è una buona legge che recepisca quanto di meglio è stato ideato e attuato in questi cinque anni, che rispetti l'esito del referendum e le conclusioni della prima Conferenza nazionale sulla droga. Non c'è nessun bisogno, invece, di sancire per legge l'ipocrisia, l'inefficienza, l'incapacità.
Chiediamo che il decreto legge non venga convertito e venga lasciato decadere.
Si metta subito mano, invece, alla quattordicesima reiterazione, che reintegri finalmente le parti sulla riduzione del danno elaborate dal ministro Contri ed eliminate dal ministro Guidi. E si vada poi alla conversione in legge di questo nuovo decreto che faccia tesoro di quanto di positivo è stato fatto in questi anni, anche per merito del CORA.
Meglio un'ennesima reiterazione che la conversione di un provvedimento che non serve a nessuno.