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Notizie CORA
Radio Radicale Roberto - 27 novembre 1995
La politica sulle tossicodipendenze del Ministro Ossicini è' una condanna a morte per i tossicodipendenti PIU' gravi.

Dichiarazione di Carla Rossi, segretaria del CORA:

»Leggendo il testo della 17a reiterazione del decreto sulle tossicodipendenze, con l'introduzione del divieto di utilizzo di eroina, morfina e quant'altro per il trattamento dei tossicodipendenti, da parte di un Ministro "tecnico", che si proclama scienziato e si è circondato di consiglieri "autorevoli" (contrari per principio e non per scienza all'utilizzo dei farmaci sostitutivi in genere e ai derivati dell'oppio in particolare) e interessati all'utilizzazione dei cospicui fondi coordinati dal Ministro stesso, mi "disgusta", innanzitutto come persona di scienza.

Avevamo già avanzato seri dubbi sulla gestione di tali fondi, caratterizzata da carenza di controlli, distribuzione a pioggia, nessuno studio adeguato sull'efficacia ecc. Ora sono pronti i primi risultati delle nostre analisi, relativi ai primi quattro anni di finanziamenti, e la posizione di proibizionismo sulle cure, evidenziata dal decreto, ci rafforza nei dubbi che avevamo espresso in occasioni precedenti. Le decisioni strategiche vengono prese dal Ministro "scienziato" a prescindere da ogni evidenza scientifica che ci arriva, per esempio dalla Svizzera, e che convince alcuni governanti della vicina Germania e richiedere che nel loro Paese vengano attuate analoghe sperimentazioni. Non sembra interessare il Ministro "scienziato" l'evidenza scientifica, ma solo i consigli dei suoi consiglieri di parte, legati alla scuola psicologica assistenziale nel campo delle tossicodipendenze, che tanto potere ha nel nostro Paese e che sembra non preoccuparsi di salvare i tossicodipendenti gravi dalla morte, ma solo di

salvare, eventualmente, la loro anima dal peccato di consumare, sia pure sotto controllo medico e non mafioso, i derivati dell'oppio (sempre che Cristo abbia detto che questo sia peccato) e limitare il campo di utilizzo dei finanziamenti a quei progetti che a tale "scuola" si ispirano.

La gestione "baronale" del decreto non sembra diversa da quella di certi concorsi a cattedra universitari in cui alla produzione scientifica dei candidati più validi si antepone l'appartenenza (quasi ideologica) a scuole più potenti.

Di fronte a tutto questo continueremo a lottare, a rendere pubblici i risultati dei nostri studi, ad operare in ogni ambito della nostra attività, mia in particolare, secondo scienza e coscienza, a difendere, in ogni occasione, il diritto alla vita per i più deboli. Invitiamo tutti i senatori e i deputati, che dovranno discutere e modificare il decreto, a fare altrettanto .

 
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