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Notizie CORA
Radio Radicale Roberto - 26 gennaio 1996
7· CONGRESSO DEL COORDINAMENTO RADICALE ANTIPROIBIZIONISTA
Roma - Hotel Ergife - 26/27/28 Gennaio 1996

RELAZIONE DELLA SEGRETARIA CARLA ROSSI

AD UN ANNO DA SAN PATRIGNANO, IL VII CONGRESSO DEGLI ANTIPROIBIZIONISTI

0. Premessa.

Questa relazione è composta di due parti: un sommario delle attività ed iniziative e una seconda parte di commento ed analisi più approfondita. La prima parte origina dalla mozione congressuale che prevedeva alcuni obiettivi ben precisi che si sono tradotti in altrettante "azioni" sul cui esito, più o meno positivo, si discuterà nella seconda parte, inquadrando il tutto nel contesto politico e organizzativo in cui ci si è trovati ad operare.

1. Sommario delle attività del CORA dopo il Congresso di San Patrignano.

A partire dalla mozione congressuale siamo intervenuti su vari fronti.

- La prima iniziativa è stata la proposta di una mozione sulla revisione delle Convenzioni internazionali in materia di droghe, elaborata a seguito del seminario organizzato congiuntamente dal Partito Radicale, dalla Lega Internazionale Antiproibizionista e dal CORA nel maggio 1994 a Roma, che è stata inviata a tutti i Deputati con la richiesta di sottoscriverla per la presentazione.

Ottenuto il numero necessario di firme la mozione è stata depositata alla Camera. Una seconda lettera ai Deputati è stata inviata all'inizio dell'autunno con materiale informativo CORA per chiedere ancora di aggiungere la loro firma a quanti non lo avessero già fatto ed è stata avviata la stessa procedura anche al Senato.

- Contemporaneamente sono stati presi contatti con l'Intergruppo per la Riforma Liberale per organizzare un seminario congiunto sul tema della legalizzazione dei derivati della Cannabis e della distribuzione controllata di eroina. Purtroppo i contatti con l'Intergruppo, dopo un inizio promettente, sono finiti nel nulla e successivi inviti e tentativi di contatto da parte nostra non hanno avuto esito.

- Per ottenere che si riprendesse la discussione delle proposte di legge di legalizzazione delle "droghe leggere", giacenti alla Camera, oltre ad iniziative di carattere generale di sensibilizzazione (interventi nell'ambito della giornata italiana della Conferenza sulla riduzione del danno, al Forum sulla riduzione del danno in carcere, alla prima riunione dell'Intergruppo per la Riforma Liberale, al Convegno sul Narcotraffico di Torino e su organi di stampa e agenzie, anche in polemica con i cosiddetti antiproibizionisti progressisti) sono state raccolte numerose firme in calce ad un appello ai Deputati, presentato nell'ambito della Conferenza di Firenze. Le firme sono state poi trasmesse ai Presidenti delle Commissioni competenti della Camera dei Deputati. A seguito di quest'ultima iniziativa, le Commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali hanno, finalmente, riavviato la discussione, salvo, poi, interromperla subito con la scusa delle necessarie audizioni di numerosi esperti, proposti sia dagli opposi

tori di Alleanza Nazionale, sia da chi si proclama a favore della legalizzazione dei derivati della cannabis, come alcuni deputati verdi e progressisti, firmatari di una delle proposte di legge in discussione. Ragionevolmente (dato che in un paio di mesi si è proceduto ad una sola audizione delle svariate decine previste) non si prevede la discussione in aula in questa legislatura.

- La prima settimana di giugno un disegno di legge esattamente identico alla proposta di iniziativa popolare in discussione alla Camera è stato comunque presentato al Senato con le prime firme dei Senatori Riformatori Stanzani e Scopelliti.

- Sempre nell'ambito delle iniziative per pervenire alla legalizzazione dei derivati della cannabis, è stato predisposto il testo di referendum, su cui all'inizio di quest'anno è terminata la raccolta delle firme. Aspettiamo il responso della Corte di Cassazione in merito al raggiungimento del numero sufficiente di firme convalidate. Inutile ricordare che la raccolta delle firme si è svolta nell'ambito della campagna referendaria promossa dal Movimento dei Club Pannella. A questo proposito voglio ringraziare quanti, militanti e dirigenti del CORA, hanno collaborato generosamente alla campagna su tutti i 20 referendum, contribuendo al suo successo.

- Per quanto riguarda l'annoso problema del decreto sulle tossicodipendenze (diciassettesima iterazione del Ministro Ossicini) sono stati predisposti, fin dalla quattordicesima reiterazione, e presentati al Ministro, gli emendamenti necessari per reintrodurre a pieno titolo la politica di riduzione del danno come asse portante degli interventi sulla droga, come emerso dal Congresso di Palermo del 1993. Quello che è successo è storia recente e riportata anche nella lettera di convocazione di questo Congresso. Lo stravolgimento è totale. Il Ministro ha voluto espressamente escludere tra i possibili interventi quelli che più efficacemente potrebbero aiutare i tossicodipendenti gravi da eroina, che vengono uccisi (i morti per droga sono di nuovo in drammatico aumento) anche dalla politica ottusa e ascientifica del nostro Ministro tecnico.

- Sul problema del diritto alle cure è stato preparato un pro-memoria, con lo scopo di pervenire alla modifica delle linee guida sui trattamenti farmacologici, che è stato inviato al Ministro Guzzanti. Di questo lavoro, opera in particolare di Lucio Berté, il Ministro ci ha personalmente ringraziato, aspettiamo ancora, però, a distanza di quasi un anno, un incontro richiesto e sollecitato per approfondire la questione.

- Sono stati anche compiuti alcuni passi per la costituzione delle Agenzie Comunali (in particolare a Catania e a Roma). Conto sull'intervento al Congresso di Andrea Francese per un aggiornamento su Roma e di Carmelo Palma, responsabile del Dipartimento che di tali problemi si occupa, per un'analisi più generale.

- Siamo intervenuti a livello scientifico in vari ambiti; ne parleremo più diffusamente nel seguito.

- Abbiamo predisposto nuovo materiale stampato: in particolare la versione definitiva del XII rapporto dell'OLD, un nuovo rapporto, il XIII, che raccoglie gli interventi di Firenze nell'ambito del Workshop organizzato dal CORA, e vari documenti sulla distribuzione controllata di eroina e sul narcotraffico. Questa documentazione è stata inviata, in particolare, a tutti i Deputati delle Commissioni che dovrebbero discutere le proposte di legge di legalizzazione delle droghe leggere.

- La presentazione in anteprima dei risultati più importanti, contenuti nelle nostre pubblicazioni, si è tenuta a Palermo e Catania all'inizio di giugno, dove si sono svolti incontri con amministratori locali a cui il CORA ha proposto l'attuazione di programmi sperimentali di somministrazione controllata di eroina, secondo il protocollo svizzero che ha già dato risultati molto incoraggianti. Per l'organizzazione delle manifestazioni e degli incontri voglio ringraziare in particolare Gaetano D'Amico e Rita Vaccaro di Palermo e Carlo Perrotta di Catania.

- La campagna per la somministrazione sperimentale di eroina rivolta agli amministratori locali è stata lanciata nel mese di agosto, unico periodo in cui gli organi di informazione ci hanno dato qualche spazio. Purtroppo, per difficoltà organizzative, dovute soprattutto al massiccio impegno dei dirigenti e militanti dell'organizzazione nella campagna referendaria, la proposta non ha ancora trovato uno sbocco concreto. Un impulso importante dovrebbe venire proprio dai lavori di questo Congresso.

- Sono state anche prese alcune iniziative militanti, oltre alla partecipazione alla campagna referendaria, tra cui, assieme al Partito Radicale, alla LIA e alle associazioni dei consumatori di cannabis, la promozione di manifestazioni davanti alle ambasciate e ai consolati olandesi per il 19 maggio perché il Governo olandese non modifichi in modo restrittivo il regime, in particolare sulle droghe leggere, in atto in quel Paese. Per l'organizzazione della campagna di informazione in proposito abbiamo potuto usufruire della preziosa collaborazione di Paolo Pietrosanti.

- Il supporto del Dipartimento scientifico del CORA è stato determinante al momento della prima azione non violenta di Marco Pannella e degli altri esponenti del Movimento a Porta Portese. Basti ricordare le conferenze stampa "sinottiche" del CORA e di Alleanza Nazionale, ben documentate sul quotidiano Avvenire e su altri organi di stampa, e la memoria, preparata da Fabrizio Starace per l'avvocato Caiazza, che ha convinto il GIP Iannini a rinviare alla Corte Costituzionale il procedimento contro i "Disobbedienti".

Fin qui il "facciamo quello che dobbiamo", nel seguito le considerazioni sull' "accada quello che può".

2. Il contesto politico e organizzativo e le prospettive per il prossimo anno.

2.1. Le questioni organizzative.

Il 1995 è stato un anno di transizione per il CORA. Molto di questo è dovuto alle scelte compiute al VI Congresso, innanzitutto alla scelta degli organi dirigenti, segretaria per prima, ma non solo. Per come si configura la nostra organizzazione, con profonde e complesse interazioni con il Movimento dei Club, c'è bisogno, innanzitutto, di un segretario "tuttofare", e non solo di un segretario politico, che sia presente in sede a tempo pieno, come negli anni precedenti Maurizio Turco. Questo non può essere certamente assicurato da una persona che svolge altro lavoro impegnativo a tempo pieno e che avrebbe, pertanto, bisogno, per il lavoro legato al CORA, di un efficiente sostegno di segreteria "spicciola" in sede e del reale supporto dei Dipartimenti che, come si ricorderà, erano stati istituiti proprio con lo scopo di sopperire, mediante un lavoro collegiale, all'impegno solo a tempo parziale del segretario. Durante l'anno questo non è stato possibile per vari motivi, innanzitutto per l'impegno dei responsab

ili di molti dipartimenti nelle diverse campagne, prima elettorali e poi referendarie. Per quanto riguarda il supporto di segreteria spicciola in sede, questo è stato impedito da motivi finanziari. Non è stato neanche possibile poter affidare parte delle incombenze "spicciole" ai collaboratori del Gruppo alla Camera, perché già troppo impegnati, né a membri della Direzione, anche loro troppo assorbiti da altre attività legate sia alle elezioni locali che alle varie campagne referendarie condotte con il Movimento dei Club Pannella. Non bisogna neppure dimenticare che tutti hanno anche delle loro attività lavorative e che il tempo che ognuno può dedicare alla politica e alle attività del CORA è, comunque, parziale. Solo negli ultimi tre mesi è stato possibile avere una collaborazione in sede nella persona di Stefano Sansarella.

2.2. I problemi finanziari.

I problemi finanziari sono innanzitutto legati ai cessati introiti, dovuti alla perdita di tutti i nostri rappresentanti nelle amministrazioni locali, che ci assicuravano, negli anni scorsi, quei finanziamenti mensili che consentivano di contare su una collaborazione fissa di segreteria. Tra l'altro da quest'anno il Partito ci chiede un contributo mensile per la sede. Questa mutata situazione, abbiamo anche perso punti di appoggio attraverso le sedi dei gruppi locali e relativi servizi, ci ha costretto a stringere la cinghia notevolmente: il notiziario antiproibizionista continua solo grazie al contributo di radio radicale, che ci ha messo a disposizione un redattore nella persona di Dino Marafioti, abbiamo dovuto ridefinire il rapporto con ADUC per ADC e CORAFAX, ridimensionando anche queste attività, abbiamo spedito le prime tessere del 1995 solo grazie al lavoro militante degli organi dirigenti dell'associazione dei Consumatori di Cannabis e la seconda spedizione è avvenuta di recente dopo che avevo perso

nalmente riportato i dati degli iscritti sulle relative tessere.

2.3. La comunicazione interna.

Un altro punto su cui riflettere è il problema della comunicazione interna con gli iscritti. Si è già accennato alla perdita, a seguito della cessazione dei nostri consiglieri regionali, dei servizi della segreteria recapiti e non solo, che assicuravano un collegamento con i vari punti di riferimento territoriali. Si è anche dovuto rinunciare ad un collaboratore a tempo pieno in sede e, quindi, è mancato un altro punto di riferimento e di comunicazione. E' vero che è stato inviato un postel a metà anno, che ha prodotto, nonostante la mancanza di conto corrente allegato, circa il 6% delle iscrizioni dell'anno; sono anche state inviate le pubblicazioni dell'OLD e le agenzie prodotte a cura di Maurizio Turco, che hanno portato (c'era anche il conto corrente) un altro 6% di iscrizioni ancora nel mese di settembre (tra le altre quella di Vasco Rossi), ma il disagio di quanti non leggono le notizie su Agorà, non hanno avuto occasione di leggere le agenzie e i giornali che ci hanno dato spazio, in particolare in ag

osto è vero, sulla proposta di somministrazione controllata di eroina e, poi, a seguito dell'azione di Porta Portese, anche sulla legalizzazione della cannabis e questioni connesse, non hanno occasione di ascoltare il notiziario antiproibizionista e le altre occasioni in cui siamo intervenuti a fili diretti e trasmissioni di approfondimento, dibattiti ecc. non solo su radio radicale, è comprensibile. Forse occorre pensare seriamente ad un foglio informativo mensile o bimestrale del tipo in uso nelle associazioni scientifiche e di altro tipo. Ma, di nuovo, occorre avere le risorse umane e finanziarie per mettere in piedi un'iniziativa di questo genere.

2.4. I rapporti con il Parlamento e le altre organizzazioni.

Anche il contesto politico non ci è stato favorevole. Il rapporto con la Camera e il Senato, attraverso i parlamentari iscritti al CORA, è stato molto sporadico. Ricorderò che non so neanche se tutti i nostri iscritti parlamentari hanno firmato la mozione sulle convenzioni internazionali presentata alla Camera all'inizio dell'anno e che difficilmente verrà discussa, a meno che qualche parlamentare non compia qualche azione decisiva in proposito. La discussione delle proposte di legge è stata attivata solo attraverso la petizione degli operatori predisposta dal CORA, faticosissimo è stato seguire le varie reiterazioni del decreto sulle tossicodipendenze, pur avendo in Giulio Manfredi, responsabile di un apposito dipartimento e espressamente incaricato di seguire questa specifica questione, un punto di riferimento certo ed affidabile. Il comportamento degli aderenti al FORUM, su cui non voglio spendere più che poche parole, ha ostacolato, da una parte, l'iter delle proposte di legge, dall'altra, negli ultimi m

esi, la raccolta delle firme sul referendum. Tutti i tentativi di istaurare con loro un rapporto costruttivo si sono risolti in pure chiacchiere. Si pensi solo, ma non è l'unico caso, che Gloria Buffo in persona si era impegnata con me, ci siamo viste più di una volta durante l'anno, a chiedere le firme dei progressisti, o almeno dei pidiessini, sulla mozione sulle convenzioni internazionali che era già stata depositata alla Camera e, nonostante tutti i miei successivi solleciti, non ha fatto nulla, se non farmi perdere del tempo per inseguirla.

Speriamo meglio per il futuro!

2.5. Considerazioni conclusive sull'attività del 1995.

In questa situazione mi sembra già un miracolo che siamo riusciti a fare tutto quello di cui si dice sopra, specialmente se si tiene conto che molte delle azioni sono state impostate nei primi due-tre mesi, dato che da primavera in poi c'è stata prima la campagna per le elezioni locali e poi per i referendum, appena terminata. Ma non si può perseverare negli errori e sperare in altri miracoli. Dobbiamo preoccuparci di più dei problemi organizzativi e, eventualmente, correggere anche la nostra struttura con opportune modifiche di statuto. Non so se un Consiglio Generale, che per quest'anno abbiamo abolito, permetterebbe un tipo di azione più efficace tra un Congresso e il successivo. Certamente abbiamo bisogno di una presenza continua in sede, sia questa dovuta ad un segretario a tempo pieno o ad un supporto di segreteria efficiente e sempre presente. Ma, come segretaria uscente, non voglio suggerire più di tanto in apertura di Congresso, soprattutto sugli aspetti organizzativi che, in qualche misura, saranno

anche legati agli obiettivi e alle campagne che sceglieremo di condurre nel 1996. Ne parleremo in seguito. Per ora buon lavoro a tutti e grazie ancora a tutti per il sostegno e la collaborazione, che ognuno ha potuto, voluto o saputo dare. Prima di concludere questa relazione e dare, per gli approfondimenti necessari, ai diversi responsabili dei dipartimenti, devo ancora dire alcune parole in merito al lavoro dell'OLD e alle iniziative scientifiche e fare qualche considerazione di prospettiva.

3. Il lavoro dell'OLD e le iniziative scientifiche.

Permettetemi, in conclusione e al di là della relazione di Segretaria, di informarvi su alcune iniziative e contributi del CORA, attraverso l'OLD (a parte il lavoro di documentazione che risulta dalle pubblicazioni), che hanno già dato dei frutti importanti e creato una situazione favorevole per un'azione, anche in campo internazionale. Sarà difficile, ma cercherò di farlo, tenere ben separata l'attività lavorativa e professionale (quella per cui ricevo dallo Stato il mio stipendio mensile) e l'attività scientifica svolta per il CORA.

3.1. La VI Conferenza Internazionale sulla Riduzione del Danno.

Il CORA ha avuto un ruolo importante nell'organizzazione della VI Conferenza Internazionale sulla riduzione del danno che si è tenuta a Firenze nel marzo 1995. Abbiamo partecipato alla predisposizione del programma come organizzazione non governativa, abbiamo avuto una relazione sulla revisione delle convenzioni internazionali nell'ambito di una sessione plenaria (Ernesto Caccavale), abbiamo avuto una relazione in una major session sull'analisi quantitativa dei fenomeni droga-correlati (C.Rossi), e abbiamo organizzato una sessione workshop in cui sono intervenuti ricercatori di diversi enti con relazioni su temi proposti da noi (i testi sono raccolti nel XIII rapporto OLD). Abbiamo, inoltre, affittato uno stand in cui abbiamo fatto iscrizioni, venduto materiale, raccolto le firme per la petizione sulla discussione delle proposte di legge, discusso con i partecipanti. Lo stand è stato aperto grazie al contributo dei nostri iscritti di Firenze, di Valerio in particolare, un supporto logistico importante è venu

to dalla collaborazione sul posto di Vincenzo Donvito, una presenza assidua è stata anche quella di Fabrizio Starace e di Jean Luc Robert. C'è da osservare che la presenza a Firenze di tutti i non fiorentini, compresi gli invitati al Workshop del CORA, è stata finanziata da altri Enti o dall'organizzazione del Congresso stesso, avendo il CORA provveduto solo al pagamento dell'affitto dello stand e a spese di spedizione del materiale. Tali spese sono in gran parte (circa 2/3) rientrate immediatamente con le iscrizioni, i contributi e il materiale venduto allo stand.

Nell'ambito della Conferenza, a seguito dell'intervento nella major session, è iniziato quel rapporto di collaborazione, concretatosi in novembre, con l'UNDCP per il capitolo statistico sui fenomeni droga correlati del Rapporto Mondiale sulle Droghe, su cui non posso entrare nei dettagli per ora, nonché altri rapporti analoghi in ambito italiano, tuttora in fase di definizione.

3.2. La Conferenza stampa del CORA a seguito dell'azione di Porta Portese e la memoria per il giudice Iannini.

In realtà non parlerò di queste importanti iniziative, che hanno avuto anche eco sulla stampa (di meno la seconda che è capitata in un giorno di sciopero dei mezzi di informazione), perché, essendo stato il materiale scientifico relativo predisposto da Fabrizio Starace, lascerò a lui l'onere di parlarne nella sua breve relazione, come anche della partecipazione al Congresso della Drug Policy Foundation e dell'organizzazione della sessione di sabato pomeriggio in questo nostro congresso.

3.3. Quali campagne per il 1996?

Dal lavoro svolto nel 1995 e dall'analisi del contesto generale in cui ci siamo mossi, mi sembra di poter fare alcune considerazioni sui possibili e auspicabili obiettivi per il 1996. A parte il completamento delle campagne del 1995 (difesa del referendum, proposte di legge, convenzioni internazionali, diritto alle cure) che costituiscono altrettanti obiettivi per nulla scontati e assai difficili, credo che, per un rilancio del CORA, occorra "alzare il tiro". L'impressione è che, per esempio, la legalizzazione delle droghe leggere costituisca un obiettivo che, seppure tutt'altro che a portata di mano, sia poco sentito, forse perfino dai consumatori stessi di queste sostanze, che non hanno risposto come avremmo auspicato, né alla costituzione dell'associazione dei consumatori, né alla proposta referendaria. D'altra parte, fortunatamente, sono abbastanza circoscritti i disagi ed i rischi cui sono sottoposti e il resto della popolazione non subisce alcuna conseguenza tangibile da tale tipo di uso che non è, qui

ndi, percepito come "drammatico". In realtà, l'unico tipo di droga veramente temuto da tutti è l'eroina e non a caso è quasi solo a questo tipo di droga che ci si riferisce quando si affronta il problema pubblicamente: gran parte delle obiezioni sulla legalizzazione dei derivati della cannabis parte da timori legati al possibile passaggio all'eroina, le strutture terapeutiche sono progettate quasi solo per tossicodipendenti da eroina, i cittadini sono coinvolti nel problema droga dalla microcriminalità legata essenzialmente all'uso di questa sostanza, i decessi per droga sono attribuibili (almeno quelli ufficiali di cui ci parlano all'inizio di ogni anno) a questa sostanza, i tossicodipendenti in carcere sono in grandissima parte utilizzatori di eroina, gli interventi di riduzione del danno, quando ci sono, sono rivolti a questo tipo di utenti, il problema dell'infezione da HIV per siringhe infette riguarda soltanto loro.

Nonostante alcune modifiche sostanziali nel tipo di sostanze in uso in Italia e, in particolare, l'ingresso massiccio delle droghe chimiche che saranno l'emergenza dei prossimi anni e di cui ci siamo ancora occupati troppo poco, è ancora l'eroina l'emergenza vera che coinvolge i cittadini nel problema droga. Tra l'altro i decessi per questa sostanza sono di nuovo in forte crescita e non a caso i relativi dati non sono stati pubblicizzati all'inizio di quest'anno. Che cosa possiamo fare? Credo che dobbiamo proseguire con maggior forza nella campagna, lanciata in agosto in seguito ai primi risultati che arrivavano dalla Svizzera, per l'eroina controllata almeno ai tossicodipendenti gravi. Che questa sia una campagna importante lo dimostra, tra l'altro, lo zelo posto dal Ministro Ossicini nel vietare espressamente l'uso di oppiacei negli interventi di riduzione del danno. In realtà, io non vedo quale altro intervento di riduzione del danno veramente incisivo (non da pavone) si possa immaginare se non questo. Se

non vogliamo portare avanti battaglie di retroguardia su questo fronte, non possiamo continuare a parlare di macchinette scambiasiringhe, dobbiamo parlare di somministrazione controllata di eroina per i tossicodipendenti e di preservativi per la prevenzione dell'AIDS: la maggior parte dei contagi degli ultimi anni riguarda la trasmissione sessuale e non la condivisione di siringhe. Possiamo cominciare la battaglia dal Parlamento, se riusciamo a coinvolgere su questo qualche Deputato o Senatore, a partire dalla discussione per la conversione del decreto Ossicini, possiamo poi continuare sulla strada dei protocolli scientifici da sottoporre al Ministero della Sanità, su cui si tornerà nell'ambito della sessione scientifica di sabato pomeriggio, possiamo andare nelle strade e sensibilizzare i cittadini in proposito. Tutto dipende da chi e quanti saremo nel 1996.

Dovremmo poi cominciare ad occuparci seriamente delle droghe sintetiche. Non avete idea di quanto sia in espansione il mercato mondiale di queste sostanze e come stia diventando una ulteriore fonte di guadagno per le organizzazioni criminali. Il problema in prospettiva è molto serio e non siamo preparati ad affrontarlo. L'opinione pubblica non percepisce ancora il pericolo, non si sa ancora, per esempio, che in altri paesi, dove queste droghe sono popolari già da qualche anno, esiste un'ampia casistica di decessi legati a tali sostanze.

Dovremmo anche rilanciare sul controllo dei finanziamenti e sull'analisi costi-efficacia perché, proprio grazie alle possibilità di informazione che vengono dai miei nuovi impegni, potremo contare su dati pubblicati e analisi più complete ed affidabili nel prossimo futuro.

Non bisogna poi dimenticare le convenzioni internazionali. E' una battaglia fondamentale, iniziata insieme al Partito Radicale, per cui vedo ora migliori prospettive data la costituzione di nuovi CORA in altri paesi. Penso che su questo potrà intervenire più approfonditamente Maurizio Turco.

A questo punto penso di poter chiudere questa relazione, ringraziando ancora tutti per la pazienza e la collaborazione e annunciando, e ricordando a quanti già lo hanno appreso a voce, che, dati gli svariati nuovi impegni scientifici sui temi che ci stanno a cuore, non potrò, per il prossimo anno, assumere alcun incarico per il CORA, mi limiterò a fornire una sporadica collaborazione su aspetti scientifici legati al mio lavoro. Voglio, però, anche per aprire il dibattito generale, chiudere con una frase (un po' modificata) di un personaggio che ho molto ammirato negli anni dell'adolescenza J.F.K.: "Non chiedete che cosa il CORA può fare (o ha fatto) per voi, chiedete che cosa voi potete fare (o avete fatto) per il CORA.

 
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