Dal gennaio 1993 il decreto sulle tossicodipendenze aspetta di essere convertito in legge. Da allora è stato reiterato venti (20!) volte e ha avuto almeno dieci (10!) diverse formulazioni che hanno via via tradito il risultato del referendum che ha cancellato le parti più repressive della legge sulla droga.
Da due anni in Parlamento giace - sepolta nei cassetti delle commissioni competenti - una proposta di legge di iniziativa popolare (quella che l'ex-presidente Pivetti non sapeva nemmeno che esistesse) per la riforma della legge sulla droga e la legalizzazione delle droghe leggere.
Il Parlamento "riceve dal popolo la sovranità e ne è depositario" come dice Scalfaro, ma se esso si dimostra incapace di rispondere alle sollecitazioni e alle richieste che provengono dalla società, l'unica strada è quella di restituire, con i referendum, tale sovranità a quel popolo cui in definitiva appartiene, come dice la Costituzione e come dovrebbe ben sapere il Presidente.