FRA LE ALTRE COSE NELLE INTERROGAZIONI SI INVITA IL GOVERNO A DARE PIENA ATTUAZIONE AL RISULTATO REFERENDARIO ABROGANDO LE SANZIONI AMMINISTRATIVE PER IL CONSUMO DI DROGHE ILLEGALI E CONSENTENDO FORME DI SPERIMENTAZIONE NELLE CURE E NEI TRATTAMENTI DELLE TOSSICODIPENDENZE, CHE SEGUANO I PROTOCOLLI SCIENTIFICI ATTUALMENTE ADOTTATI CON OTTIMI RISULTATI IN ALCUNI PAESI EUROPEI (DALLA SVIZZERA ALL'INGHILTERRA)
IL CORA CON QUESTA INIZIATIVA INTENDE RILANCIARE A SOSTEGNO DI TUTTI I PARLAMENTARI ANTIPROIBIZIONISTI ALCUNE IPOTESI DI RIFORMA DI UNA LEGISLAZIONE SULLA DROGA DI CUI GLI STESSI DOCUMENTI GOVERNATIVI (COME LA RELAZIONE PRESENTATA A MARZO AL PARLAMENTO DAL MINISTRO OSSICINI) DENUNCIANO L'INSUFFICIENZA, L'INADEGUATEZZA E IL FALLIMENTO
DICHIARAZIONE DI PAOLO CENTO, DEPUTATO VERDE ELETTO NELLE LISTE DELL'ULIVO:
»A più di 5 anni dall'approvazione della legge Jervolino-Vassalli, l'unica concreta ma incompiuta riforma introdotta nella legislazione sulla droga nel nostro paese è stata rappresentata dal risultato referendario 1993.
A fronte del fallimento, accertato e inconfutabile, delle politiche sanitarie, sociali, criminali e di ordine pubblico che hanno ispirato la "sterzata" repressiva culminata nell'approvazione della legge 162/90 è sempre più evidente che bisogna riformare la legge sulle droghe partendo dal risultato referendario: per restituire diritti ai cittadini medici e tossicodipendenti; per contrastare quel "proibizionismo sulle cure" che ancora contraddistingue la nostra normativa; per realizzare forme di sperimentazione di cui l'esperienza internazionale dimostra l'efficacia; per configurare da subito, a partire dalle droghe leggere, politiche antiproibizioniste e di diritto, capaci di affrancare la società, l'economia legale e le stesse istituzioni dalle influenze e dai condizionamenti di poteri criminali, che il proibizionismo produce alimenta e rafforza.
In questo quadro è importante proseguire sulla strada della "riduzione del danno". La discussione, che oggi prosegue alla Camera, sulla conversione in legge del decreto attuativo del DPR 309/90, deve però, a mio parere, evitare di separare concettualmente la "riduzione del danno" dalle politiche di legalizzazione e piuttosto riflettere sul fatto - inconfutabile - che, ovunque siano state intraprese politiche che noi definiamo di "riduzione del danno", esse sono consistite nella sostituzione dell'offerta del mercato criminale con forme di offerta, vendita o somministrazione legale di droghe proibite, cioè con forme, ancorché parziali, di legalizzazione .