Riportiamo il testo della nuova lettera che Carmelo Palma, coordinatore nazionale del CORA, giunto al terzo giorno di digiuno, ha inviato al ministro della Solidarietà sociale Livia Turco sulla questione della conversione del decreto sulla riduzione del danno che, così com'è, dopo le modifiche introdotte dalla Camera, ridurrebbe drasticamente il diritto alle cure per i cittadini tossicodipendenti e l'autonomia terapeutica dei medici.
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On. Livia Turco
Ministro per la Solidarietà Sociale
Via Veneto, 56
00187 Roma
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Roma, 12 luglio 1996
Egregio Ministro,
sono giunto al terzo giorno di digiuno nei confronti Suoi e del Parlamento a proposito del decreto sulla droga, di cui il Senato rischia la definitiva e precipitosa conversione in legge nella versione licenziata dalla Camera: quella contrassegnata dalla norma che esclude il 99% dei medici italiani dalla prescrizione del metadone, contraddicendo in modo patente il risultato referendario che, abrogando la medesima norma nella legge Jervolino-Vassalli, aveva finalmente restituito alla libertà ed alla coscienza dei medici quello che per legge si intendeva loro conculcare.
Da quanto so, il decreto, che decade il 17, tornerà in aula al Senato martedì 16 alle ore 16, senza che peraltro la Commissione Sanità del Senato ne abbia completato l'esame. E' dunque evidente che quello che si annuncia è il tentativo di approvare in extremis il provvedimento ovvero, in alternativa, di registrare, sia pure in modo informale, il parere dei gruppi affinché si proceda all'approvazione ed alla conversione in legge del decreto di cui, sono certo, non si mancherà di sottolineare l'essenzialità e l'urgenza.
A quel punto il Governo, in caso di reiterazione, rischierà, come non manco di denunciare da giorni, di reiterare il testo licenziato dalla Camera, cioè quello che contiene la norma sul "monopolio del metadone". Mi pare un buon esempio di cabotaggio parlamentare, non certo un esempio di saggezza e di buon governo. La stessa interpretazione della norma introdotta dalla Camera (quella che riserva ai soli medici dei Sert la possibilità di prescrivere metadone) dà adito ad equivoci ed ambiguità. Non si comprende se essa vada intesa, come intendevano i proponenti, come riferita a tutti i trattamenti metadonici, ovvero limitata a quelli disciplinati dal decreto in oggetto, cioè quelli (e solo quelli) che attingano al cosiddetto Fondo Unico Nazionale.
Continuano dunque a sussistere, addirittura aggravate, le ragioni che mi hanno spinto ad intraprendere questo digiuno di dialogo; e devono essere ragioni imbarazzanti anche per Lei, se, dopo l'approvazione di questa norma - che qualche scandalo, pure subito sopito, l'ha suscitato -, si è ben guardata dal chiarirla, dal rivendicarla come scelta del Governo o della maggioranza, o a giustificarla in qualche forma.
Fra martedì e mercoledì prossimo, dunque, dovrà risolversi a scegliere: io digiuno perché confido in una sua buona scelta, non perché ne disperi. Lo consideri dunque un modo per accompagnarla nella sua riflessione.
Carmelo Palma
Responsabile nazionale del CORA