CHE HA REITERATO IL DECRETO SULLE TOSSICODIPENDENZE NELLA VERSIONE APPROVATA DALLA CAMERA, COMPRENSIVA DELLA NORMA "ANTIREFERENDUM"- QUELLA CHE PROIBISCE AL 99% DEI MEDICI ITALIANI LA POSSIBILITA' DI PRESCRIVERE IL METADONE, E NE RISERVA L'USO AI SOLI MEDICI DEI SERT.DUNQUE IL GOVERNO HA SCELTO: CONTRO I REFERENDUM, CONTRO I DIRITTI ALLE CURE DEI TOSSICODIPENDENTI, CONTRO I DIRITTI DEI MEDICI.
CARMELO PALMA, RESPONSABILE NAZIONALE DEL CORA, GIUNTO AL 6· GIORNO DI DIGIUNO PER SCONGIURARE L'APPROVAZIONE O LA REITERAZIONE DEL PROVVEDIMENTO, HA RIVOLTO AL PRESIDENTE SCALFARO IL SEGUENTE APPELLO:
Signor Presidente,
il decreto sulle tossicodipendenze, che il Governo ad ore dovrebbe sottoporre alla Sua firma, contiene una norma (art.1 comma 3), che contrasta in modo lampante con il risultato del referendum sulla droga del 1993, che abrogando il potere del ministro della sanità di "stabilire i limiti e le modalità di impiego dei farmaci sostitutivi", di cui all'art. 2, primo comma, lettera e), punto 4) del D.P.R. 309/90, restituì alla propria libertà costituzionale - così come definita all'art. 33 della Costituzione - l'esercizio della professione medica nei confronti dei tossicodipendenti.
Le chiediamo di non avallare la scelta del Governo, e di non consentire, come è nei Suoi poteri, l'emanazione del decreto.
Glielo chiediamo per ragioni di metodo, prima che di merito (e non perché il merito manchi di gravità).
Non riteniamo che sia ammissibile stravolgere e negare, neppure per legge, ma per decreto, un chiaro risultato referendario. Meno che mai dovrebbe considerarlo ammissibile Lei, Signor Presidente, che in un tempo non lontano invitò, su altri temi, il Parlamento a legiferare sotto la dettatura del risultato referendario.
Certi della Sua attenzione, La salutiamo cordialmente.