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Notizie CORA
Radio Radicale Roberto - 27 gennaio 1997
IL CORA CONDANNATO DALLA GIUSTIZIA BELGA A CAMBIARE NOME ED A PUBBLICARE INSERZIONI A PAGAMENTO SU 4 QUOTIDIANI NAZIONALI PER INIZIATIVA DELLA CATENA COMMERCIALE "CORA".
IL CORA SI RIBELLA A QUESTO TENTATIVO DI STRANGOLAMENTO FINANZIARIO E A QUESTO ATTENTATO ALLA LIBERTA' DI ESPRESSIONE, E HA DECISO DI RICORRERE IN APPELLO.

La società commerciale "Cora", proprietaria di vari ipermercati in Belgio, Francia e Lussemburgo, a tentato per via giudiziaria di proibire al CORA (Coordinamento radicale antiproibizionista) l'utilizzo della sua sigla in Belgio.

Con una sentenza pronunciata il 9 dicembre 1996, il tribunale di Bruxelles non mette in discussione il fatto di utilizzare lo stesso nome di una nota società commerciale come nome di un movimento ideale, ma di utilizzarlo in modo tale che il pubblico confonda le due sigle e creda che la società stessa sia all'origine, o quanto meno sostenga, il movimento stesso.

Il tribunale ha vietato al CORA (Coordinamento radicale antiproibizionista) di diffondere documenti sui quali appaia la sua sigla non seguita, con gli stessi caratteri, dalla denominazione Coordinamento Radicale Antiproibizionista.

Inoltre, il tribunale ha autorizzato la società commerciale "Cora" a far pubblicare a spese del Coordinamento radicale antiproibizionista un annuncio su quattro quotidiani belgi indicante che il CORA (Coordinamento radicale antiproibizionista) non ha nulla a che vedere con la società commerciale "Cora".

Senza attendere l'esito dell'appello, la società commerciale "Cora" ha proceduto alla pubblicazione al costo di circa 100.000 franchi (5 milioni di lire).

Il CORA (Coordinamento radicale antiproibizionista) è un'associazione transnazionale fondata nel febbraio 1988 con lo scopo di promuovere la riforma delle politiche sulle droghe. Nonostante la maggioranza degli iscritti sia italiana, il CORA conta ugualmente aderenti in Belgio, Francia e Stati Uniti. Nel settembre 1988, il CORA organizzò, al palazzo dei congressi di Bruxelles un convegno internazionale avente per tema i costi del proibizionismo sulle droghe. Gli echi di questo congresso avuti sulla stampa non spinsero in alcun modo la società "Cora" a intraprendere una causa.

Nel 1991, il CORA e l'Università Libera di Bruxelles organizzarono un congresso internazionale dal titolo "Proibizionismo ed antiproibizionismo delle droghe".

Nel 1996, il CORA ha depositato al Parlamento belga una petizione firmata da più di 400 personalità, tra cui il Premio Nobel per la fisica Ilya Prigogine, in cui si chiedono iniziative legislative per la legalizzazione controllata di tutte le droghe.

Altre azioni sono state organizzate in Italia, tra cui il referendum che ha permesso ai cittadini italiani di pronunciarsi per la depenalizzazione del consumo di droghe, o l'azione di disobbedienza civile di Marco Pannella, il quale ha distribuito pubblicamente 200g di hashish e il cui processo è iniziato a Roma.

Se dovesse essere applicata, la sentenza del 9 dicembre frenerebbe notevolmente l'azione antiproibizionista del CORA in Belgio. E praticamente lo obbligherebbe, prima o poi, a cambiare nome.

Questa sentenza pone una questione di diritto europeo. Può un tribunale belga, per proteggere il commercio interno, limitare l'azione sul territorio nazionale di un'associazione politica transnazionale, presente col suo nome in altri Paesi europei?

Inoltre, il pagamento delle inserzioni sulla stampa imposto dalla sentenza metterebbe l'associazione antiproibizionista, finanziata unicamente dai contributi volontari dei suoi membri, di fronte ad un ostacolo finanziario difficilmente superabile.

Per questo il CORA ha deciso di presentare appello contro questa sentenza.

Il CORA non può accettare che una società commerciale cerchi in questo modo di strangolare finanziariamente una associazione politica i cui obiettivi sono volti a impedire le drammatiche conseguenze umane del traffico illegale di droghe.

Il CORA si interroga, poi, sulle intenzioni della società commerciale: la società "Cora" vende droghe legali come tabacco e alcool il cui consumo provoca milioni di morti ogni anno in Europa, ma essa vuole schiacciare finanziariamente un'associazione omonima che cerca di distruggere il mercato mafioso delle droghe organizzandone la distribuzione commerciale controllata.

Da questo momento il CORA (Coordinamento radicale antiproibizionista) annuncia l'organizzazione di azioni di protesta davanti agli ingressi dei magazzini della catena commerciale. Il CORA inviterà i clienti degli ipermercati a firmare un appello per la legalizzazione delle droghe e per la libertà di espressione.

 
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