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Notizie CORA
Radio Radicale Roberto - 23 aprile 1997
LETTERA AL DIRETTORE DEL "SECOLO D'ITALIA"GENNARO MALGERI
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Roma, 23 aprile 1997

Egregio Direttore,

a proposito dell'articolo "Droga, c'e' chi dice no" pubblicato dal Suo giornale lo scorso 20 aprile a firma di Marco Scurria, ritengo necessarie alcune osservazioni che spero Lei vorra' portare a conoscenza dei lettori.

Lasciando perdere alcuni dati statistici assai discutibili riportati nel testo senza alcuna spiegazione e, quindi, di per se' privi di valore scientifico, e che comunque necessitano di ben altra sede di analisi, vorrei invece rettificare alcune inesattezze che reputo poco utili ad un confronto che invece dovrebbe basarsi sul massimo di informazione corretta per consentire a tutti di "conoscere per decidere".

Nell'articolo si dice che in tutta Italia si stanno raccogliendo firme per chiedere "il ritiro del disegno di legge che prevede la legalizzazione delle droghe leggere". Allo stato attuale non risulta alcun "disegno di legge" che preveda la legalizzazione delle droghe leggere: a meno che l'autore dell'articolo non intendesse le varie "proposte di legge" depositate in Parlamento sull'argomento. Se cosi' e', pero', l'iniziativa appare un po' arrogante, tanto piu' che quella del CORA e' una "proposta di legge di iniziativa popolare" di riforma complessiva della legge Jervolino-Vassalli, accompagnata dalle firme di oltre cinquantamila cittadini. Le firme di cui parla Scurria potrebbero, forse, essere assai piu' utilmente impiegate per chiedere che il Parlamento si decida a discutere le varie proposte, senza pregiudizi e, soprattutto, senza veti incrociati, affrontando finalmente una questione che ha gia' subito fin troppi ritardi.

Assai stupefacente appare, poi, nell'articolo, la notizia che altre iniziative sono previste "soprattutto se si dovesse svolgere il referendum che in questi giorni e' all'esame alla Corte Costituzionale". Scurria dovrebbe essere messo al corrente di cio' che i lettori del Secolo gia' sanno: quel referendum, come molti altri, e' stato fatto fuori dalla Corte Costituzionale lo scorso gennaio. E con la loro decisione i giudici della Consulta hanno fatto fuori anche la possibilita' che si aprisse in tutto il Paese un grande dibattito tra cittadini, forze politiche e sociali, sulla politica in materia di droga.

Infine, mi consenta un'osservazione. Anche noi diciamo no alla droga: diciamo no alla droga che corre liberamente per il mondo, la droga del denaro sporco e della corruzione, delle rapine e degli scippi, del libero spaccio e della morte per overdose e Aids, questa e' la droga "proibita". Il proibizionismo si e' dimostrato incapace di frenare la diffusione delle droghe, della violenza e del potere mafioso, e di dare davvero una mano a chi soffre per i danni diretti e indiretti provocati dalla droghe, legali o illegali che siano. E' giunto il momento che chi continua a difendere questo sistema se ne assuma le responsabilita'.

Cordiali saluti.

Roberto Spagnoli

Ufficio stampa del CORA-Coordinamento radicale antiproibizionista

 
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