di Roberto Spagnoli - L'Opinione, 7 agosto 1997------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Simili all'Oceania e all'Eurasia di orwelliana memoria, i nostri Stati democratici combattono da decenni una guerra "alla droga", che costa morti e distruzioni, che impone alla popolazione dolori e sacrifici, ma che, giurano i nostri democratici Governi, si concludera' con l'inevitabile vittoria. Anzi, assicurano, la vittoria e' ormai a portata di mano, questione di poco tempo ancora.
Non importa che annualmente il mercato delle droghe illegali ed il fatturato del narcotraffico ammontino ad una cifra pari all'8% dell'intero commercio mondiale. Non importa che nel nostro Paese i consumatori aumentino proporzionalmente all'aumento della disponibilita' delle sostanze. Non importa che si creino nuovi mercati per le nuove droghe. Non importa che le morti per droga siano in costante aumento.
Quasi quotidianamente i bollettini di guerra segnalano le cifre della "vittoria". Le ultime sono di questi giorni: sei overdose nel giro di poche ore a Milano, venti in pochi giorni a Torino, di cui due mortali. E quello che sta avvenendo in queste ore avviene puntualmente ad ogni estate. Con la stagione estiva, infatti, cambia il mercato clandestino delle droghe, cambia la qualita' delle sostanze, molti spacciatori vanno in vacanza lasciando libera la piazza a fornitori occasionali o ai concorrenti che hanno buon gioco nel propinare cio' che vogliono ai tossicodipendenti, cioe' a persone disposte ad accettare qualunque porcheria pur di ottenere la propria dose.
La stagione estiva, dunque, pone una volta di piu' alle Amministrazioni locali la questione dell'acutizzarsi del problema della tossicodipendenza che puntualmente si verifica in questo periodo dell'anno.
Nei giorni scorsi il CORA (Coordinamento radicale antiproibizionista) ha scritto a tutti gli assessori regionali alla Sanita' chiedendo che facciano tutto quanto in loro potere perche' siano messe in atto, subito, alcune misure ragionevoli e praticamente a costo zero: dotare tutte le strutture di pronto soccorso, comprese le ambulanze, di "Narcan", il farmaco in grado di bloccare gli effetti delle overdose e di salvare la vita dei tossicodipendenti; dare la massima pubblicita' agli enti e alle strutture pubbliche o convenzionate che possono fornire assistenza e soccorso, coinvolgendo le radio, le televisioni, la stampa locale, i locali pubblici e i ritrovi frequentati da un pubblico giovanile; favorire il contatto operativo e il coordinamento tra amministrazioni regionali, enti locali, strutture sanitarie e di pronto soccorso, autorita' di polizia, anche per sensibilizzare e responsabilizzare tutti coloro che, a diverso titolo, hanno a che fare con il problema della tossicodipendenza.
Ci sembrano richieste accettabili, anche da chi continua ad accettare che il mercato delle droghe sia gestito dalla criminalita' organizzata. Ci sembrano richieste attuabili rapidamente. Ci sembrano, soprattutto, richieste urgenti che necessitano di risposte altrettanto urgenti perche' la tossicodipendenza non va in ferie e coloro che ne sono vittime non possono continuare a fare affidamento solo sulla propria buona sorte.
D'altra parte non si puo' tacere che la responsabilita' di questa ennesima emergenza ricade interamente sulla politica proibizionista e su chi la sostiene, pronto magari a lanciare roboanti filippiche antidroga ad ogni scadenza elettorale, ma poi stranamente silenzioso quando le politiche cosi' pervicacemente sostenute presentano il conto.
Cosi' come non si puo' tacere di fronte ad un ministro della Sanita' che, ad oltre un anno di distanza dal suo insediamento, dimostra, per quanto riguarda la politica sulle droghe, una perfetta continuita' con quelli passati nel non fare altro che annunci di buona volonta' a buon mercato, trovando per altro un'ottima sponda in un Parlamento capace, nella sua interezza, di altrettanta ignavia.
Tutto tace, dunque, fuorche' le sirene delle ambulanze che, come a Torino, percorrono le vie delle nostre citta' per fronteggiare l'escalation di overdose, magari senza nemmeno avere a bordo una fiala di "Narcan". Ma L'odierna emergenza avrebbe potuto e dovuto essere evitata, se solo l'intelligenza e la capacita' di governo, in questo Paese, non apparissero in vacanza trecentosessantacinque giorni all'anno.
Esiste, in Italia un ministro, un assessore, un consigliere comunale - di centro, di destra, di sinistra - che decida, per un momento almeno, di prestare attenzione oltre che delle telenovelas mugellesi anche a quanto accade fuori dalla porta di casa?