Firenze, 11 Agosto 1997
Dario Russo, esponente toscano del CORA e' cosi' intervenuto:
"Lanciamo l'allarme. Per motivi burocratici ed ideologici il Direttore sanitario dell'azienda ospedaliera pisana, Tommaso D'Angelo, ha diramato una circolare con la quale ingiunge l'interruzione del servizio.
E' singolare, la facilita' con cui si calpestano le ragioni della scienza, la liberta' di scelta del metodo, della terapia e del luogo dove farsi curare, nonche' la liberta' terapeutica da parte dei medici.
Dal 1989 l'Istituto di Psichiatria dell'Universita' di Pisa opera nel campo delle tossicodipendenze. Dal 1993, dopo il referendum, proposto dal Cora, che ha liberalizzato le cure mediche, nell'ambito dei trattamenti sostitutivi, si usa metadone per la cura e riabilitazione di tossicodipendenti.
Il Centro ha conseguito notevoli successi, permettendo ai pazienti di condurre una vita dignitosa, con i propri cari, lavorando, facendo sport, seguiti costantemente ed umanamente da psichiatri e ricercatori.
L'esperienza di Pisa, unica in Italia, oltre a quella della Universita' Cattolica di Roma, ha dimostrato l'esistenza di una via alternativa alle Comunita' di recupero e ai Sert, va incontro ai pazienti e permette dei seri studi sul problema , all'interno dell'Universita'.
Cio' ha permesso anche l'attivazione di un Dottorato di Ricerca in Tossicodipendenze coordinato dal Prof. Tagliamonte, considerato il padre del trattamento metadonico in Italia, destinato a formare professionalmente e in maniera completa chi deve avere a che fare con i tossicodipendenti.
Che senso avrebbe un dottorato di ricerca senza riscontri sul campo?
A chi giova eliminare esperienze diverse dalle Comunita' di recupero o dai Sert?
Utilizzare metadone con risultati efficaci da' fastidio?
Ci auguriamo si voglia tornare sui propri passi valorizzando, invece cio' che l'Universita' sta compiendo con coraggio, potenziando il reparto e operando affinche' altre Universita' seguano l'esempio di Pisa. L'interruzione del servizio darebbe luogo ad un'inaccettabile divorzio tra didattica ed assistenza e paleserebbe il disinteresse dell'Universita' per una proficua attivita' di ricerca a danno dei pazienti in cura e di un innovativo approccio scientifico.
Considerando che il direttore generale del Ministero della Sanita', la Dottoressa Cordone, ha espresso interesse per il proseguimento del lavoro del Centro, che chi vi lavora ha, dall'utilizzare metadone, solo lavoro aggiuntivo ma socialmente utile, che si parla molto della necessita' di formare adeguatamente personale adibito al settore tossicodipendenze e che i pazienti in cura sono favorevoli al proseguimento dell'esperienza, riteniamo inappropriato e incomprensibile l'intimazione alla chiusura.
Tant'e' che invece di bloccare la distribuzione di metadone in Italia si dovrebbe cominciare a seguire quei paesi, Gran Bretagna, Svizzera ed Australia che con successo hanno istituito servizi di distribuzione di eroina o di sostanze analoghe percorrendo strade per noi ancora tabu'.