UNITA' FARMACODIPENDENZE DELL'ISTITUTO DI PSICHIATRIA DI PISA.COSA SUCCEDE A POCHI GIORNI DALLA SCADENZA PER LA DISMISSIONE DEL SERVIZIO? DOBBIAMO PROPRIO MANDARE PER STRADA I MALATI IN CURA?
Firenze, 28 Agosto 1997.
Avevamo lanciato l'allarme nei giorni scorsi: non chiudete l'Unita' Farmacodipendenze dell'Istituto di Psichiatria di Pisa, perche' svolge un egregio servizio di assistenza a malati di tossicodipendenza da oppiacei, con risultati invidiati da tutta Italia, e non solo. Un servizio che, partendo dal principio della liberta' terapeutica - sancito da un referendum presentato e vinto dal CORA - era riuscito a dimostrare che con politiche sanitarie non proibizioniste, la cura dei tossicodipendenti puo' dare risultati, levando dalla strada, dal mercato clandestino delle droghe, dalla delinquenza e dal rischio Aids, coloro che incappano nella droga cosiddetta pesante.
Avevamo lanciato l'allarme - dice Dario Russo, esponente toscano del Cora - perche' le motivazioni addotte ci parevano solo bigotte e non scientifiche.
Un allarme che abbiamo anche trasformato in una petizione che sta raccogliendo numerose adesioni di operatori della sanita' e di utenti del Servizio Sanitario Nazionale.
La chiusura dell'Unita' Farmacodipendenze dovrebbe avvenire il prossimo mercoledi' 3 settembre e non abbiamo ricevuto alcun segnale - positivo o negativo - da parte del direttore sanitario dell'Azienda Ospedaliera Santa Chiara di Pisa, a cui abbiamo rivolto gli appelli.
Chiediamo solo che ci venga risposto, auspicando che la nostra richiesta sia accolta, oppure che ci venga spiegato perche' si vuole chiudere una esperienza con risultati cosi' positivi.