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Notizie CORA
Radio Radicale Roberto - 1 settembre 1997
DROGA: ARLACCHI A CAPO DELLE POLITICHE ANTIDROGA DELL'ONU. CORA "SCELTA LA CONTINUITA' SULLA LINEA DEI FALLIMENTI"

aa AGENZIA RADICALE Nr.28 - 1 settembre 1997

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Nota del CORA - Coordinamento Radicale Antiproibizionista

Dal primo settembre il senatore Pino Arlacchi assumera' l'incarico di Direttore Generale della sede di Vienna dell'Onu, in cui si decidono le politiche sulle droghe. Commentando il suo nuovo incarico, Arlacchi ha affermato: "E' una grande sfida. Comunque, sono convinto che la comunita' internazionale sara' capace di vincere la battaglia contro il crimine organizzato e il terrorismo".

Se a questa dichiarazione aggiungiamo che Arlacchi e' sempre stato un proibizionista ideologico incapace di arrendersi alla prova dei fatti e' chiaro che nei prossimi anni assisteremo a un incremento dello sperpero di denaro pubblico accompagnato da un rafforzamento della narcocrazia.

Evidentemente quelli che a noi paiono prezzi troppo alti per mantenere in piedi e rafforzare la politica proibizionista (mercati finanziari inquinati dai narcodollari; aree geografiche "dedemocratizzate" dai narcopoteri; milioni di vittime innocenti della narcocriminalita') sono considerati equi da chi di questa politica e' titolare o beneficiario: i superburocrati dell'antidroga alla Arlacchi; i politici che nascondono dietro le proprie sbandieratissime convinzioni morali la mancanza di coraggio e l'incapacita' di governare; quanti hanno in monopolio la gestione del mercato (illegale) delle droghe proibite.

A noi comunque un dubbio resta: fino a che punto la politica proibizionista e' ancora l'arma di un manipolo di irriducibili romantici che vogliono sconfiggere il male ? Non e' invece ormai divenuta un modo cinico e "sbagliato" per conviverci?

Sembra infatti sempre piu' evidente che per i poteri proibizionisti i veri avversari da battere, anche in sede internazionale, non siano le narcomafie, ma quanti, in chiave antiproibizionista, denunciano e documentano i risultati di una crociata destinata ad alimentarsi all'infinito dei propri fallimenti; di una "guerra santa" che, in questo modo, non finira' mai, ed accrescera' semplicemente il potere di quelli che, da una parte e dall'altra, se ne eleggono generali.

 
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