Dal 14 ottobre e' in vigore un decreto della ministra della Sanita' che fissa a 120 mg al giorno la dose massima di metadone prescrivibile ai tossicodipendenti. E' un provvedimento incostituzionale, che viola i diritti dei cittadini e si fa beffe del referendum del 1993 che ha restituito ai medici la liberta' terapeutica. E' un provvedimento assurdo e antiscientifico, dato che solo il medico puo' stabilire in scienza e coscienza, caso per caso, quale sia la dose di farmaco necessaria ad ogni singolo paziente.

Il governo Prodi si era gia' distinto l'anno scorso per aver proibito ai medici provati l'uso del metadone (il provvedimento fu poi rettificato grazie, soprattutto, all'azione del CORA).

Ci risiamo: continua la persecuzione del metadone e con essa il proibizionismo sulle cure che espone migliaia di cittadini a gravissimi rischi sanitari. Con tanti saluti alle belle parole ascoltate alla conferenza di Napoli solo otto mesi fa.

Ci chiediamo: la ministra della Sanita' che sembra avere cosi' a cuore i diritti dei cittadini (sulle camere iperbariche cosi' come sulla tutela dell'infanzia) e' la stessa che impone limiti alle cure per i tossicodipendenti e alla liberta' terapeutica dei medici?

In questi mesi abbiamo inviato all'on. Rosy Bindi documenti e proposte, chiedendo a piu' riprese di poterla incontrare, cosi' come abbiamo fatto con i suoi predecessori e con altri suoi colleghi di Governo. Non abbiamo mai ricevuto alcun tipo di risposta, nemmeno un rifiuto. Evidentemente e' il tempo di passare ad azioni concrete: l'on. Bindi sa certamente che su queste cose non parliamo a vuoto.