L'Opinione, 6 febbraio 1998--------------------------------------------------------------------------------
"Il Partito Radicale proclama il diritto e la legge, diritto e legge anche politici del Partito radicale, proclama nel loro rispetto la fonte insuperabile di legittimita' delle istituzioni". E' l'inizio del preambolo allo Statuto del Partito Radicale, ma sono anche oltre quarant'anni di lotte radicali, non solo in Italia, per il rispetto di quella legge, di quel diritto che soli possono difendere il cittadino, soprattutto il piu' debole, dall'ingiustizia, dal privilegio, dalla violenza.
E' anche per dar corpo, ancora una volta, a quelle parole che oggi i militanti del Coordinamento Radicale Antiproibizionista presenteranno esposti nei Tribunali di molte citta' italiane: per denunciare la mancata attuazione di una parte fondamentale della legge sugli stupefacenti, quella relativa agli organici, ai giorni e agli orari di apertura dei servizi per le tossicodipendenze (SERT).
I SERT sono i servizi sanitari pubblici deputati alla cura e alla prevenzione delle tossicodipendenze, dell'alcolismo, delle infezioni da HIV. In base all'articolo 118 del Testo Unico del 1990 e al relativo decreto di attuazione (D.m. 444/90), a partire, al piu' tardi, dal mese di maggio del 1991, ogni ASL (allora si chiamavano ancora USL) avrebbe dovuto prevedere un SERT aperto "per ventiquattro ore nei giorni feriali e festivi nelle aree di maggior rilevanza numerica dei tossicodipendenti, individuate dalla regione" e "per non meno di dodici ore nei giorni feriali e di sei ore nei giorni festivi" nelle restanti parti d'Italia.
Da sette anni questa legge e' inattuata in tutta Italia. Eppure in questi anni il problema "droga" e' stato al centro di migliaia di discorsi politici, di articoli di giornale, di servizi televisivi. Si sono tenute due conferenze nazionali per "fare il punto della situazione", decine e decine di "campioni dell'antidroga" hanno levato alti strepiti contro i "cinici antiproibizionisti" che non si preoccupano della vita e della salute dei giovani italiani. Cosa dire di questi signori? O non conoscono neppure le leggi di cui si ergono a unici difensori o non hanno, in sette lunghi anni, mosso un dito per farle applicare, oppure, se sbagliate, per modificarle: ignoranti o ignavi, non sappiamo cosa sia peggio.
Il CORA ha deciso di dire basta a questo stato di cose. Tramite gli esposti, chiediamo alla magistratura di verificare l'esistenza di reati derivanti dalla lesione aggravata e continuata di due fondamentali diritti costituzionali dei cittadini: il diritto alla salute (articolo 32 della Costituzione) e il diritto all'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge (articolo 3 della Costituzione). In particolare, il CORA chiede ai Procuratori della Repubblica di verificare l'eventuale violazione dell'articolo 328 del Codice Penale (rifiuto o omissione di atti d'ufficio). Il CORA, inoltre, intende raccogliere le firme di deputati e senatori in calce ad un'interpellanza urgente per conoscere le valutazioni del Governo in materia e le eventuali, auspicabili, misure tendenti all'attuazione, seppur tardiva, della legge.
Riteniamo, pero', che l'iniziativa degli esposti non debba esaurirsi solo nell'ambito radicale, ma debba essere utilizzata da altri soggetti. Ci riferiamo alle migliaia di cittadini tossicodipendenti e alle loro famiglie: essi devono prendere, finalmente, coscienza di se', dei loro diritti, devono uscire dal ghetto della paura e della vergogna in cui sono stati cacciati dalle leggi proibizioniste. Devono chiedere con noi "servizi adeguati ai tossicodipendenti" e non, come accade oggi, "tossicodipendenti adeguati ai servizi". Ma devono andare oltre, chiedere di piu'.
Oggi, in Italia, decine e decine di malati di cancro ricorrono alla magistrature per chiedere di poter essere curati con il metodo "Di Bella". Sta per partire una sperimentazione rivolta a coloro nei confronti dei quali le terapie tradizionali non sono servite. E' cosi' scandaloso chiedere che vi sia una sperimentazione non solo del farmaco somatostatina ma anche del farmaco eroina? Un mese fa l'ha chiesto il primo magistrato d'Italia, il procuratore generale della Cassazione Zucconi Galli Fonseca. Ci sara' un cittadino tossicodipendente, un genitore, disposto a "scandalizzare" i benpensanti, disposto a dire "basta" alla quotidiana "via crucis" alla ricerca dello spacciatore e della sua "droga di strada"?
Se questo cittadino, se questo genitore c'e', lo attendiamo questa mattina sotto Palazzo Chigi, dove manifesteremo, alle ore 11, per chiedere l'attuazione della legge sulla droga, ma anche perche' il Governo e le Regioni sperimentino la somministrazione controllata dell'eroina che ha gia' avuto documentati riscontri positivi in Svizzera. Ancora una volta saremo in piazza per "proclamare il diritto e la legge", non per noi, per tutti. Saremo, ancora una volta, soli?
GIULIO MANFREDI
(Coordinamento Radicale Antiproibizionista)