Al Presidente del Consiglio dei Ministri On. ROMANO PRODI
Palazzo Chigi, Roma
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Roma, 6 febbraio 1998
Egregio Presidente
oggi, nelle Procure di oltre venti citta' italiane il CORA presentera' esposti per denunciare la mancata attuazione di una parte fondamentale della legge sugli stupefacenti, quella relativa agli organici, ai giorni e agli orari di apertura dei SERT, i servizi pubblici deputati alla cura e alla prevenzione delle tossicodipendenze, dell'alcolismo, delle infezioni da HIV. Altri esposti verranno depositati nei prossimi giorni. In base all'articolo 118 del D.P.R. n.309 del 1990 e al relativo decreto di attuazione (D.M. 444/90), infatti, a partire, al piu' tardi, dal mese di maggio del 1991, ogni ASL avrebbe dovuto prevedere un SERT aperto "ventiquattro ore nei giorni feriali e festivi nelle aree di maggior rilevanza numerica dei tossicodipendenti, individuate dalla regione" e "non meno di dodici ore nei giorni feriali e di sei ore nei giorni festivi" nelle restanti parti d'Italia.
Da sette anni questa legge e' inattuata in tutta Italia, come si puo' constatare anche dalla lettura delle relazioni delle Regioni contenute nella relazione annuale sullo stato delle tossicodipendenze inviata dal Suo Governo al Parlamento nel giugno 1997. Nessun Governo, tra tutti quelli che si sono via via succeduti dal 1991 ad oggi, nemmeno quello da Lei presieduto, ha ritenuto di dover esercitare i poteri che pure la legge gli conferisce a fronte delle inadempienze delle amministrazioni regionali.
A nostro giudizio questo stato di cose, non piu' tollerabile, configura la lesione di due fondamentali diritti costituzionali dei cittadini: il diritto alla salute e il diritto all'uguaglianza di fronte alla legge. Per questo abbiamo deciso di rivolgerci alla Magistratura. Per questo nei prossimi giorni ci faremo promotori di una interpellanza parlamentare. Per questo, questa mattina, siamo a manifestare sotto la sede del Governo.
Anche questi ultimi giorni, sul problema "droga" si e' riversato un fiume di parole e di inchiostro, ma nel concreto della politica quotidiana, cioe' delle scelte e delle provvedimenti di governo della societa' e dei suoi problemi, si puo' misurare la distanza che corre tra le affermazioni di principio e una realta' che fa dei tossicodipendenti, quotidianamente, cittadini di seconda categoria, privati di alcuni elementari diritti.
Egregio Presidente,
da decenni i radicali si battono, non solo in Italia, per il rispetto della legge e del Diritto che soli possono difendere il cittadino, specie se debole, dal sopruso e dalla violenza. Con la nostra iniziativa odierna vogliamo concorrere a modificare una situazione ingiusta, perche' sia applicata e rispettata la legge, quella stessa legge che per altri versi e in altre sedi, alcuni di noi hanno deciso di violare, assumendosene in pieno la responsabilita' penale, per denunciarne l'ingiustizia e la pericolosita'.
Per questo, mentre rinnoviamo a Lei e al Governo, ancora una volta, la nostra disponibilita' al dialogo e alla collaborazione, continueremo tuttavia a porre in essere, con il metodo democratico e nonviolento che ci caratterizza, tutte le iniziative che riterremo opportune per modificare un sistema, quello proibizionista, che quotidianamente fa strage di Diritto, di diritti e di vite.
La ringraziamo per l'attenzione.