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Notizie CORA
Radio Radicale Roberto - 4 aprile 1998
DROGA: IL RAPPORTO ANNUALE DELL'O.I.C.S. / 4
L'ILLUSIONE DI UN MONDO SENZA DROGHE

di Maurizio Turco - CORA-Coordinamento radicale antiproibizionista

L'Opinione, 4 aprile 1998

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Secondo il rapporto dell'Organo Internazionale di Controllo sugli Stupefacenti dell'O.N.U., prevenire l'abuso di droghe e' sempre piu' difficile a causa della "rapida e crescente diffusione di messaggi che fanno l'apologia delle droghe".

Ma chi sarebbero gli "untori" secondo i tredici "saggi" che compongono l'O.I.C.S.?

Si comincia con la musica popolare e con l'invito ai governi "a stabilire contatti con i rappresentanti dell'industria musicale e dello sport e a studiare i modi per contribuire a sviluppare una cultura popolare antidroga". Si continua con i media e con certe campagne che incoraggerebbero l'uso di droghe, in particolare della marijuana: "Alcune di queste campagne - si puo' leggere nel rapporto - sono state condotte su periodici e riviste mediante annunci firmati da personalita' in vista appartenenti a tutti gli strati sociali". Naturalmente si tratta delle campagne per la legalizzazione e, da buoni chierici, gli estensori del rapporto non sono minimamente sfiorati dal dubbio che, non trattandosi esattamente di narcotrafficanti, forse le ragioni di quelle "personalita' in vista" andrebbero ascoltate.

Dopo la carta stampata tocca, naturalmente, alle televisioni "di certi paesi dell'Europa occidentale" colpevoli di diffondere programmi "favorevoli ad una riforma delle leggi sulle droghe". E quindi "perche' il dibattito sia equilibrato, si devono dare informazioni sulle politiche che offrono soluzioni diverse dalla legalizzazione", quasi che ci trovassimo ora in un regime di legalizzazione delle droghe e che i problemi esistenti derivassero da questa politica e non fosse, al contrario, proprio la legalizzazione un'alternativa ai problemi creati dal proibizionismo.

Un'idea sul da farsi i tredici che compongono l'O.I.C.S. ce l'hanno, ma - scrivono nel loro rapporto - "e' impossibile impedire ai media destinati al grande pubblico, come la stampa, la radio, il cinema e la televisione, di presentare immagini che fanno l'apologia delle droghe (...) In alcuni paesi questo si puo' fare mediante leggi, in altri con codici di comportamento facoltativi e in altri non si applicano restrizioni (...) perche' la liberta' di informazione e di espressione sono piu' importanti".

Ancora una volta, dunque, nel mirino c'e' la liberta' individuale. Dopo aver preso in considerazione la musica, i media ed Internet, nel rapporto dell'O.I.C.S. si arriva ad un paragrafo sulle campagne politiche in cui e' testualmente scritto: "In alcune campagne elettorali, vi sono stati candidati che hanno sostenuto la legalizzazione delle droghe. Anche al Parlamento Europeo alcuni candidati sono stati eletti sulla base di una simile piattaforma politica. Hanno cosi' potuto utilizzare la loro posizione e la loro influenza al fine di convincere altre persone a sostenere la loro causa. Altre campagne, quali quelle condotte con successo in Arizona e California, negli Stati Uniti, al fine di potere utilizzare la cannabis dietro prescrizione medica, avevano l'obiettivo di riformare le leggi. Sebbene sia attorno alla legalizzazione, alla depenalizzazione o all'utilizzazione della cannabis a fini medici che ruotano gli argomenti sviluppati, vi sono organizzazioni che promuovono la legalizzazione di altre droghe e

alcune persino di tutte le droghe".

Questo passo - e' bene ricordarlo - e' inserito nel capitolo dal titolo "Come prevenire l'abuso di droghe in un ambiente favorevole alla promozione delle droghe illecite": chi analizza la realta', ovvero denuncia la dannosita' delle leggi proibizioniste, da oggi diventa un promotore delle droghe illecite e per questo, dicono i "tredici saggi" che compongono l'O.I.C.S., va sottoposto a sanzione penale.

Insomma, proibendo anche il pensiero, l'informazione, il dibattito, ridimensionando i concetti stessi di democrazia, diritto, liberta', i tredici dell'O.I.C.S. hanno scoperto la bacchetta magica per risolvere il problema della diffusione delle droghe. Problema che sino a ieri si proponevano di debellare e che da oggi si accontentano di nascondere.

Da questo punto di vista, le azioni di disobbedienza civile che hanno visto protagonisti Marco Pannella e altri 25 militanti antiproibizionisti radicali - tra cui alcuni cittadini francesi e belgi, il segretario del Partito radicale e quello del CORA - che si trovano ora indagati o sotto processo per cessione gratuita di hashish, danno un ulteriore elemento di concretezza ad una battaglia che e', soprattutto, battaglia per il rispetto del Diritto e dei diritti di tutti e di ciascuno.

Dalla lettura del rapporto dell'Organo Internazionale di Controllo sugli Stupefacenti dell'O.N.U., recentemente pubblicato, si deduce che i suoi membri ritengono scientifico cio' che giustifica le scelte del potere. Esagerazioni? Vediamo.

Il rapporto e' stato presentato alla stampa attraverso nove comunicati stampa. Nell'ultimo di questi, dal titolo "Le droghe di cui abusiamo", il servizio d'informazione della sede O.N.U. di Vienna descrive brevemente la terminologia utilizzata nel rapporto, precisando, peraltro, che non si tratta di definizioni ufficiali.

Scusate la pedanteria ma, prima di riportare una di queste definizioni, ricordiamo ancora una volta che i "tredici saggi" che compongono l'O.I.C.S., e a cui compete la responsabilita' del rapporto, devono essere persone che "per la loro competenza, la loro imparzialita' e il loro disinteresse, ispirano la fiducia generale".

Dunque, nel rapporto si dice che "ai termini delle convenzioni applicabili delle Nazioni Unite, prendere una droga senza giustificazione medica costituisce generalmente un abuso". E poi si specifica che "le definizioni mediche, farmacologiche e giuridiche di stupefacente e sostanza psicotropa possono variare". E l'O.I.C.S. quale di queste sceglie? Naturalmente "l'interpretazione giuridica che si da' abitualmente", ovvero "gli stupefacenti sono le sostanze descritte dalla Convenzione unica del 1971 sugli stupefacenti (...) Le sostanze psicotrope sono quelle descritte dalla Convenzione del 1971 sulle sostanze psicotrope". Lapalissiano. Ma non finisce qui: "Altre droghe e sostanze che sfuggono totalmente o in parte al controllo internazionale possono ugualmente dare luogo ad abusi".

Insomma c'e' ancora molta strada da fare per arrivare ad una definizione scientifica certa. Una strada che i membri dell'O.I.C.S., pagati per dare una parvenza scientifica a delle scelte politiche omicide e criminogene, non intendono oggi percorrere

Non e' certo un caso se, per esempio, non e' materialmente possibile realizzare uno studio comparativo tra la situazione attuale e quella esistente nel momento in cui la prima convenzione internazionale fu proposta e sottoscritta. Il motivo e' che in quel momento, il fenomeno della droga non era semplicemente oggetto di rilevazioni da parte dei vari governi nazionali. Ed e' vero, dimostrando inequivocabilmente che una politica concepita per governare un probabile flagello ha finito, in effetti, per divenirne la causa prima.

Da anni chiediamo che si faccia, finalmente, una corretta analisi comparativa costi/benefici delle politiche sulle droghe fin qui applicate. Sarebbe il modo piu' serio per valutare gli esiti della strategia proibizionista e, ne siamo convinti, ne risulterebbe chiaro e innegabile il suo tragico e generale fallimento.

La verita' e' che il proibizionismo e' un'ideologia totalizzante e come tutti gli integralismi non tollera riflessioni critiche e confronti dialettici. Pino Arlacchi, direttore dell'U.N.D.C.P., il programma di controllo delle droghe dell'O.N.U., ne e' il piu' autentico interprete: dalla pervicace convinzione che la sostituzione delle colture sia una strategia vincente (nonostante i fallimenti gia' registrati in passato), che lo ha condotto a promettere milioni di dollari ai feroci Talebani afgani in cambio della distruzione delle piantagioni di papaveri; agli attacchi alla commissaria europea Emma Bonino per la sua militanza antiproibizionista; alla determinazione di impedire che la sessione speciale dell'Assemblea Generale dell'O.N.U. del prossimo giugno possa avviare la revisione delle Convenzioni internazionali sulle droghe. La sessione speciale, infatti, sono parole dello stesso Arlacchi, "dara' inizio alla vera e propria guerra alle droghe e convincera' le nazioni e i popoli del fatto che puo' esistere

un mondo senza droghe".

La storia e' maestra: tutti i crimini contro l'umanita' sono la conseguenza di politiche concepite per salvare l'umanita' o parte di essa.

(4 - fine)

 
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