Se il DDL annunciato conterra' le norme di cui parlano gli organi di informazione il governo avra' il nostro appoggio: depenalizzare i comportamenti legati all'uso personale o di gruppo di droghe, senza fini di lucro, significa dare finalmente compimento al referendum del 1993.

Deve essere ben chiaro, pero', che queste norme, necessarie e importanti, non toccano il nocciolo del problema che e' e rimane quello del narcotraffico. Eludere la questione del controllo della produzione, del commercio e del consumo, per non affrontare la questione della legalizzazione, significa solo rimandare nel tempo la soluzione del problema: forse al momento in cui sara' troppo tardi.

Vorremmo poi sapere quale posizione il governo italiano - principale finanziatore dell'UNDCP di Arlacchi - sosterra' il prossimo giugno, a New York, alla sessione speciale dell'Assemblea generale dell'ONU sulle droghe. Avra' il coraggio di operare perche' la politica delineata nel DDL diventi la posizione comune dell'UE (a costo di scontrarsi con l'oltranzismo francese e svedese), o preferira' un ruolo di basso livello accontentandosi di dichiarazioni di principio buone per tutti gli usi?