NO, BOLZANO.Roma, 22 ottobre 1998 - Il CORA ha inviato due esposti alla Procura della Repubblica di Bolzano.
Il primo riguarda la mancata attuazione della norme sull'apertura dei servizi per le tossicodipendenze (SERT) analogo a quello gia' presentato in altre 60 Procure.
Il secondo e' relativo al contesto specifico della Provincia Autonoma di Bolzano, caratterizzato da: una legge provinciale "antidroga" che risale al 1978; un piano sanitario del 1988; una delibera di istituzione dei SERT addirittura anteriore alla legge nazionale del 1990 che li ha riorganizzati radicalmente; un organico dei SERT del tutto inadeguato rispetto ai parametri di legge e al migliaio di utenti che gli stessi SERT bolzanini dicono di assistere (oltre a doversi occupare dei tossicodipendenti in carcere, che sono ben il 75% del totale).
Secondo i dati ufficiali del Governo, inoltre, i SERT locali assistevano nel 1991 ben 1.060 tossicodipendenti, mentre nel 1997 ne assistevano "solamente" 348. Visto che nel resto d'Italia, tranne la Liguria (dove per altro la diminuzione e' meno consistente), il "trend" č stato inverso, e considerando lo stato dei servizi illustrato piu' sopra, il dato appare quanto meno sbalorditivo.
A cio' si aggiunga la singolare interpretazione della legge per cui a Bolzano si e' deciso che gli alcoldipendenti li curano "in prevalenza" i privati, mentre i tossicodipendenti sono curati dai servizi pubblici. E per i politossicodipendenti che fanno? Testa o croce?
Secondo noi ce n'č abbastanza perche' la Procura della Repubblica di Bolzano compia accurate indagini, nella consapevolezza che la foglia di fico dell'autonomia amministrativa non vale: il diritto alla salute e all'eguaglianza di fronte alla legge sono garantiti dalla Costituzione a tutti i cittadini, da Merano a Pachino: per molti, purtroppo, ancora solo sulla Carta.
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