Roma, 3 marzo 1999 - Come previsto, votando la depenalizzazione dei reati minori, il Senato ha accantonato la questione del consumo di droghe. Non c'e' stato l'osceno scambio di favori che ci si aspettava - stralcio della depenalizzazione del consumo di droghe in cambio dello stralcio della depenalizzazione dell'illecito finanziamento ai partiti - ma il risultato non e' diverso.

Il Parlamento, per non alterare ulteriormente equilibri politici gia' abbastanza precari, ha deciso - una volta di piu' - di non parlare, abbandonando a se' stessi alcuni milioni di cittadini (non solo consumatori di droghe illegali).

La maggioranza di centro-sinistra, zeppa di progressisti sedicenti (nel senso che se lo dicono da soli) antiproibizionisti, come poche settimane fa sulla "legge Lumia", ha calato le brache di fronte alle fazioni organizzate del proibizionismo militante.

Il Governo D'Alema ha confermato essere, come e piu' del governo Prodi, la tomba di qualunque ipotesi di riforma degli interventi in materia di droghe.

Questa vicenda dimostra che senza i Radicali non c'e' possibilita' ne' di immaginare, ne' di rendere possibile alcuna vera riforma delle politiche sulle droghe in Italia e in Europa, basata sul Diritto e sui diritti dei cittadini. Anche di questo, e in vista delle scadenze politiche della prossima primavera, si discutera' all'Assemblea dei 1000 del 5,6,7 marzo.

CORA-Coordinamento radicale antiproibizionista

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