ANSA 14/3/1995
(dell'inviato fabio cannillo)
kigali (ruanda) di fronte al rischio crescente di una ripresa dei conflitti etnici che hanno provocato l'anno scorso un milione di morti e a una parallela crisi nell'afflusso verso il ruanda e il burundi degli aiuti umanitari, l'unione europea ha riaffermato oggi il proprio impegno ad appoggiare in termini sia politici che economici il difficile processo di normalizzazione nei due paesi africani.
al termine di una visita di quattro giorni a bujumbura e kigali nonche' nei campi profughi del vicino zaire dove vivono in condizioni drammatiche la maggior parte dei due milioni di persone fuggite dai massacri del 1994, la commissaria europea per gli aiuti umanitari emma bonino ha anche detto che bruxelles fara' tutto il possibile per contribuire al ripristino in ruanda dell'apparato giudiziario distrutto dal conflitto come premessa indispensabile per il processo di riconciliazione nazionale.
''la gente di qui ha affermato bonino ha bisogno di tornare a credere in uno stato di diritto e soprattutto di sapere che sara' fatta giustizia''. l'ue, quindi che con il miliardo di dollari erogato dall'inizio della crisi e' gia' di gran lunga la piu' grande donatrice di fondi per il ruanda e il burundi intende studiare in tempi rapidi la possibilita' di finanziare anche l'invio nel primo dei due paesi di giudici stranieri per avviare i processi ai perpetratori dei massacri senza i quali non vi puo' essere una riconciliazione.
il problema politico dei due paesi ha detto la commissaria e' interregionale e richiede per essere risolto una strategia e una volonta' politica interregionali. punto centrale e' quello del ritorno dei profughi che non puo' avvenire senza garanze di sicurezza, senza il recupero dei beni abbandonati e senza che sia risolto il problema delle vendette e dell'impunita' di cui godono i perpetratori dei massacri.
emma bonino ha anche unito la propria voce a quella dell'alto commissariato dell'onu per i rifugiati con i quali l'ufficio della commissione europea per gli aiuti umanitari (echo) collabora strattamente per il mancato rispetto da parte di molti paesi degli impegni finanziari assunti in gennaio a ginevra nei confronti del ruanda e del burundi e ha detto che l'ue ''fara' uno sforzo per colmare il vuoto'' e far si' che l'afflusso degli aiuti umanitari non diminuisca.
i quindici hanno appena stanziato ulteriori 140 miliardi di lire per andare al di la' dei semplici aiuti di emergenza e avviare anche un programma di riabilitazione del ruanda (in particolare partecipando con l'onu all'invio di osservatori per i diritti umani e finanziando progetti agricoli e per l'acqua potabile) e bonino ha detto che cerchera' di aumentare la cifra in modo da includervi, assieme all'addestramento di magistrati locali, anche l'invio di giudici stranieri.
approfittando di una visita a bruxelles, il presidente del burundi sylvestre ntibantunganya ha a sua volta lanciato oggi un grido d'allarme per il rischio dopo l'uccisione sabato scorso di un ministro di nuovi scontri etnici che dal suo paese potrebbero estendersi al ruanda, dove la situazione continua a essere precaria per il problema irrisolto dei profughi e i dubbi circa la volonta' del nuovo governo di operare per una vera riconciliazione nazionale.
quella che ci vuole, ma che a volte ci sembra mancare ha detto bonino al termine dei suoi colloqui con i dirigenti di kigali e bujumbura e' una vera volonta' di riconciliazione da parte delle parti in causa. l'europa e la comunita' internazionale desiderano contribuire alla rinascita dei due paesi, ma lo possono fare solo se c'e' la volonta' politica delle parti.