Roma, 6 settembre 1994
Dichiarazione di Peppino Calderisi, deputato Riformatore
Come si dice a Roma "se la suonano e se la cantano". Questo è accaduto al dibattito sulle riforme organizzato alla Festa dell'Unità: erano infatti invitati solo "doppioturnisti" doc, Salvi e Urbani, Segni e Mancino, tutti applauditi dal popolo pidiessino.
Non importa se non fossero affatto d'accordo su quale riforma costituzionale; non importa se non fossero d'accordo su quale doppio turno (Urbani per il francese con soglia di sbarramento, Segni per il ballottaggio tra i primi due arrivati, Salvi per lo spareggio nazionale non tra candidati ma tra le prime due coalizioni di partiti, mancava solo Cossiga per il triplo turno "carpiato"....), tutti erano uniti e d'accordo contro il referendum per il sistema uninominale ad un turno senza quota proporzionale, tutti uniti per salvaguardare e rafforzare un bel sistema con 15 o 25 partiti.
Segni ha addirittura affermato, applauditissimo, che "l'epoca referendaria in materia elettorale è finita".
Fortunamente per il Paese, da oltre vent'anni, non sono le comodità politiche di Segni a stabilire l'esercizio del diritto dei cittadini al referendum. Se dopo la vittoria del 18 aprile '93, Segni si è perduto il biglietto della lotteria se la prenda solo con se stesso.