Roma, 29 settembre 1994
MA LA RIFORMA DEVE ANDARE AVANTI. NEL 1995 SI DEVE VOTARE CON L'ELEZIONE DIRETTA DEI PRESIDENTI DELLE REGIONI.
Dichiarazione di Peppino Calderisi, relatore.
"L'ennesimo paziente tentativo di un accordo con l'intero gruppo progressista e con il PDS non è andato in porto. Non è stata accolta neppure la proposta di Barbera e di Manzella, cioè una soluzione imperniata sull'abrogazione del 5· comma dell'articolo 122 della Costituzione.
Le contraddizioni e le resistente conservatrici hanno ancora una volta prevalso, nonostante l'impegno di tanti deputati progressisti.
La sinistra "progressista" si dimostra così assolutamente incapace di prendere nelle proprie mani la battaglia del rinnovamento istituzionale. Sostanzialmente la maggioranza del PDS insieme a Rifondazione comunista considera come un abbandono della democrazia l'introduzione dell'elezione diretta dei Presidenti delle Regioni, un'elezione collegata alla scelta elettorale della maggioranza, come nella legge dei sindaci (un testo redatto assieme a Bassanini e Vigneri) ! ! ! !
Nè ci si può mascherare dietro al federalismo: senza leadership autorevoli e governi stabili non è possibile alcun federalismo ma si determina solo il declino certo delle regioni.
La riforma deve andare e andrà avanti con il testo già varato dalla Commissione. Nel 1995 si deve votare con l'elezione diretta dei Presidenti delle regioni."