Roma 10 ottobre 1994
False le accuse di Bassanini al decreto sui bilanci delle emittenti televisive. Proprio Bassanini e i progressisti stanno impedendo l'adozione di una normativa più severa.
Dichiarazione di Paolo Vigevano, deputato Riformatore:
"Riprende domani in Commissione Cultura l'esame del decreto sui bilanci delle emittenti radiofoniche e televisive private (520), su cui si sta concentrando una pretestuosa opposizione da parte progressista e attacchi della stampa del tutto infondati nei confronti del governo.
Oggetto della polemica è l'ultimo comma dell'articolo 6 che elimina le sanzioni a carico dei titolari delle emittenti che non hanno presentato i bilanci o adempiuto agli obblighi di comunicazione degli assetti societari prima del 28 febbraio 1994.
Il progressista Bassanini ha sostenuto, nel corso di una conferenza stampa la scorsa settimana, che in base a questa e ad un'altra norma contenuta nello stesso decreto verrebbe sottratta la competenza alla Procura di Milano sulla vicenda Telepiù, in quanto la legge precedentemente in vigore prevedeva sanzioni penali fino ad un massimo di tre anni di detenzione, mentre l'attuale non prevede che sanzioni amministrative.
E' tutto falso.
Se la precedente norma avesse previsto pene detentive fino a tre anni la competenza sarebbe stata del pretore e non della Procura. Ma la legge prevedeva pene solo fino a tre mesi. La competenza quindi era ...da vigile urbano.
E' la nuova norma invece, proprio quella contestata, che confermando gli obblighi prevista dalla Mammì introduce sanzioni penali fino a cinque anni a chi omette o fornisce false informazioni sugli assetti proprietari e affida quindi alla Procura della Repubblica la competenza in materia.
L'effetto della polemica dei progressisti si concretizza in un vero e proprio ostruzionismo sul provvedimento a danno soprattutto della piccola emittenza privata radiofonica e televisiva che continuerebbe così ad operare in uno stato di incertezza normativa ormai senza fine. Ancor più grave è il fatto che la mancata conversione del decreto impedisce l'adozione proprio di quelle misure più severe nei confronti di chi non fornisce informazioni sugli assetti proprietari nel settore dell'emittenza radiotelevisiva."