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Agora' Agora - 17 ottobre 1994
PANNELLA "LE MENZOGNE DELLA SINISTRA"

Intervista a Marco Pannella su L'INFORMAZIONE di lunedì 17 ottobre 1994

Il leader riformatore considera lo sciopero generale di venerdì "il trionfo dell'inganno contro coloro che vi hanno partecipato". Un inganno che porta la firma dei progressisti. "Non è un caso - aggiunge - che la stampa italiana, eccetto "L'Informazione" che ha pubblicato un'intervista al premio Nobel per l'economia Modigliani, abbia rinunciato alle sue più prestigiose collaborazioni".

Questo sciopero rappresenta il trionfo della menzogna e dell'inganno contro coloro che con assoluta buona fede vi hanno partecipato". Marco Pannella, riformatore, nonché liberale e radicale, non riesce a trattenere la sua rabbia provocata da quella "violenza del conformismo" che lui considera "il più pericoloso e letale dei nemici delle istituzioni e delle persone".

D. Perché parla di trionfo della menzogna?

R. Perché è stato ingannato chi vi ha preso parte. Sono riusciti a diffondere nella gente la convinzione di una manovra fatta a spese degli umili e dei poveri, di una manovra severa, mentre, invece, è ina manovra rigorosa solo per il minimo necessario. La prossima dovrà esserlo molto di più. Come già con il governo Ciampi il problema di ridurre l'indebitamento dello Stato non è stato affrontato. Occorre farlo al più presto e allora sì, e la gente è bene che lo sappia, verranno i sacrifici.

D. "Sono riusciti". A chi si riferisce?

R. Al partito sindacatocratico e delle menzogne progressiste. I progressisti hanno rappresentato la più forte aggregazione e il più insuperabile blocco sociale di questo secolo per l'autoconservazione degli interessi di categorie e sindacati. D'altra parte i potenti sono tutti all'opposizione: al sindacato che è un potere di regime, solo perché un tabù nessuno fa i conti in tasca, ma è uno dei più grossi scandali storici del nostro Paese. Fin quando non andranno a casa o in galera i giornalisti, i magistrati e sindacalisti di regime, in Italia non ci sarà una rivoluzione democratica e nemmeno la seconda Repubblica.

D. Lo sciopero è allora la conseguenza del modo di fare opposizione della sinistra?

R. Certo e oramai sono tutti impazziti dal successo della piazza che è il successo del loro inganno. Lo dimostra il fatto che D'Alema accusa di non sufficiente gradualità - lui parla di brutalità - della manovra del governo: questo non è altro che l'argomento tradizionale di tutti i conservatori e reazionari: loro non dicono mai cosa si deve fare, dicono solo che si doveva fare in un altro modo. Hanno scelto l'irresponsabilità. D'Alema dimentica che ogni giorno si dissolvono centinaia di miliardi per pagare i soli interessi, ma lui forse si può permettere il lusso di essere graduale...

D. E dell'uso degli avvisi di garanzia cosa ne pensa?

R. Non è un'arma. Questo accadeva anche nei confronti del governo Amato, oggi - bisogna riconoscerlo - è stato un festival. Quel governo Amato, che a posteriori dichiarano essere stato il migliore, il più coraggioso e simili, allora lo linciavano giornalmente, scagliandoli addosso tutti i possibili avvisi di garanzia, reali e ipotetici che fossero.

D. Pierferdinando Casini, coordinatore del Ccd, ha rinnovato ieri la teoria delle strategie occulte contro Berlusconi. Ha detto: "Non so se c'è un grande vecchio che tira le fila, ma certo c'è un disegno preciso". Lei ci crede?

R. Di disegni precisi contro il presidente del Consiglio ce ne sono più d'uno. Non esiste solo un grande vecchio. Il problema è vedere se questi disegni arrivano poi a coordinarsi tra loro o no.

D. Questo modo di procedere attiene all'azione politica?

R. Certo è che in America si fa così. Ritengo che la democrazia porti con sé corruzione, eccessi, polemiche, ma in questo momento la cosa che mi preoccupa di più è un'altra: che costoro facciano polemica soltanto Perché non hanno la forza di scegliere e di proporre qualcosa. Così facendo nascondono il loro vuoto.

D. Si parla di avvisi di garanzia per Berlusconi provenienti dal Sud. Come deve comportarsi?

R. Nel corso del governo Amato ebbi una polemica in Parlamento con Scalfaro: dicevo che di ministri avvisati, a meno che loro stessi non riconoscessero errori, non bisogna accettare le dimissioni.

D. Lei, uomo della tradizione liberale e radicale, come si sente in mezzo alla nuova fauna politica?

R. Ho passato la vita a denunciare che il sistema politico costituiva un sistema di associazione a delinquere contro la Costituzione in termini tecnico-giuridici. Oggi, l'inesperienza della quale la maggioranza e in parte il governo sono una testimonianza quotidiana, aggravarsi dall'irresponsabilità della esasperazione costante di questi errori, crea una situazione in cui comunque io non mi senti più vicino alle opposizioni.

D. E il suo intuito politico cosa le suggerisce: Berlusconi riuscirà a inaugurare la rivoluzione liberale che voi riformatori chiedete?

R. Sono certo della sua aspirazione a ciò, sulla sua capacità non so. Negli ultimi cinque mesi la partitocrazia ha continuato a impantanarlo nella quotidianità.

 
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