Roma 4 novembre 1994
Questa mattina nel dibattito generale sulla legge finanziaria è intervenuto il deputato Riformatore Paolo Vigevano.
Egli ha espresso un giudizio "complessivamente favorevole sia alla legge finanziaria che alle leggi ad essa collegate. Purché, però, gli obiettivi previsti rappresentino per il Governo una linea del Piave, un obiettivo minimo ed irrinunciabile.
Nei mesi e nei giorni scorsi abbiamo avuto delle significative "anticipazioni" di quale portata devastante, in termini di tenuta della nostra moneta e di livello dei tassi sul debito, possano avere le pressioni speculative, anche qualora si fondino solo su false notizie fatte circolare ad arte".
Vigevano ha poi denunciato "le pressioni di quanti, dentro e fuori le istituzioni, sembrano impegnati con ogni mezzo per la caduta di questo governo e la sostituzione con uno schieramento istituzionale.
Schieramento destinato ad essere nient'altro che la riproposizione di vecchi sistemi consociativi, di saldatura tra i veri "poteri forti" di questo paese, e a togliere a molti la speranza ancora viva di una grande stagione di riforme liberali che pure si era annunciata.
Sul fronte delle entrate crediamo che l'impegno a non accentuare la pressione fiscale sia ragionevole, dati i livelli attuali, già assai gravosi.
L'ipotesi avanzata ieri dall'on. Andreatta a nome del gruppo dei popolari di subordinare l'astensione del suo gruppo sull'intera manovra all'ampliamento della portata della manovra, anche con modesti ma diffusi interventi sulle imposte indirette, in misura tale da non determinare spinte inflazionistiche, portandone l'ammontare a 60.000 miliardi, è un segnale di serietà e di responsabilità.
Il governo e la maggioranza dovrebbero aprire su questo il confronto con il gruppo del Partito Popolare. Purché, beninteso, eventuali maggiori entrate previste vadano a diminuire il deficit tendenziale e non già a coprire nuove spese"
L'esponente Riformatore ha quindi affermato, per quel che concerne la materia presidenziale "che anche la sola gestione pensionistica si presenta deficitaria.
Di più: allo stato attuale il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD), sarà in passivo di circa 30mila miliardi, pur avendo al proprio interno, del tutto surrettiziamente, anche le "prestazioni temporanee" (assegni familiari, Cassa integrazione, disoccupazione, identità di malattia e di maternità) che da sole presenterebbero un forte utile.
Viene da dire: a che gioco giochiamo?
Penalizziamo l'assistenza ai cittadini disoccuppati e alle famiglie per far fronte al deficit delle gestione pensionistiche!
Insomma - ha concluso - sembrerebbe proprio che i sindacati, nel loro ruolo debordante di concertazione su tutte le scelte di politica assistenziale (e non solo) dei governi, nonchè di co-gestori dell'INPS, abbiano molto a cuore gli interessi dei propri aderenti e finanziatori che sono sempre di più i pensionati, ed evitino invece di prendere atto che, casomai, è necessaria una redistribuzione delle risorse per l'assistenza anche agli altri cittadini."