Roma, 1 dicembre 1994
Dichiarazione di Marco Taradash, deputato Riformatore:
" Forse sarò scambiato per un falco dagli apprendisti ornotologi, ma sarà il tempo a giudicare se chi esprime un giudizio critico sull'accordo governo-sindacati non debba essere piuttosto classificato nella specie delle aquile, animali dalla vista lunga e pessimista.
Ho infatti l'impressione, da una prima lettura dell'accordo di ieri notte, che il presidente del Consiglio, accettando che il blocco delle pensioni di anzianità duri soltanto fino al 30 giugno, senza alcuna clausola di proroga nel caso che a quella data la riforma strutturale del sistema previdenziale non sia stata varata, si sia gratuitamente offerto in ostaggio ai sindacati e alle opposizioni interne ed esterne alla maggioranza, come la Lega. Da oggi infatti scatta il cronometro della riforma, e Berlusconi ha tutto da perdere da un suo eventuale fallimento.
Il governo ha inoltre cavato le castagne dal fuoco per i sindacati, cancellando l'emendamento della Camera che trasmetteva all'INPS il compito di definire - nel quadro delle compatibilità finanziarie - l'aliquota delle pensioni, che è stata di nuovo fissata al 2%. Il sindacato si è così sottratto alle sue responsabilità e ha pure incassato il premio dell'impegno a sviluppare tutta la prossima manovra sul versante delle entrate, vale a dire delle tasse, invece che anche della riduzione della spesa pubblica.
Non vorrei che qualche consigliere di Berlusconi lo avesse indotto a scegliere la sopravvivenza del governo in cambio della sua impotenza. Sarebbe una illusione di corto respiro".