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Agora' Agora - 30 dicembre 1994
PANNELLA: OGGI E' SAN TOMMASO BECKET. OCCORRE IMMOLARSI PER DIFENDERE LA FEDE DEMOCRATICA E NEL DIRITTO?
IL PROBLEMA DELLA TRUFFALDINA RICHIESTA DEL SINDACATO DI NON FARE NUOVE ELEZIONI ESISTE ED E' DI IMMENSA GRAVITA', A FRONTE DEI DIRITTI POLITICI E CIVILI DEI SUOI ISCRITTI E DELLA COSTITUZIONE. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PUO' CONTINUARE A TACERE SOLO SE RITIENE INDEGNO CHI LO SOTTOLINEA.

Roma 29 dicembre 1994

"Proprio oggi, 29 Dicembre, festa onomastica di San Tommaso becket, non vorrei ulteriormente immolarmi a difesa della fede laica nel diritto e nella democrazia, contro ragion di Stato e di potere.

Ma devo tornare, almeno, a chiedere a chi di dovere di riconoscere il gravissimo torto, civile e politico, compiuto dal solito Sindacato di parastato e di parafisco italiani, avanzando presso il Capo dello Stato rivendicazioni e auspici prettamente politici, partitici, assolutamente abusivi e truffaldini, espressione di un malcostume affermatosi nell'illegalità e nell'incostituzionalità del regime partitocratico, ma che in questo autunno e inizio di inverno ha assunto gravità senza precedenti.

Secondo i sondaggi, che però sono affatto necessari, almeno metà dei lavoratori "iscritti" e tassati dal Sindacato, sono per l'area di governo, per elezioni immediate. Esprimono ovviamente queste loro opzioni da cittadini come possono: con il sostegno previsto dall'art. 49 della Costituzione, o con quelli in astratto previsti dall'art. 21 della carta fondamentale.

che, forti del loro denaro e della loro iscrizione, i Sindacati operino e osino rivolgersi al Capo dello Stato, per sostenere esattamente il contrario di quel che auspicano, questo è civilmente, politicamente, costituzionalmente, moralmente intollerabile.

Se sbaglio, me lo si dica. Se anche il garante dei diritti dei cittadini e della Costituzione ritiene che invece il sindacato così operando, opera legittimamente, e civilmente, non ha che continuare a tacere, visto che nei giorni scorsi gli è stato attribuito una sorta di plauso al sindacato su questo tema.

Prenderò atto che un grande Presidente della Repubblica ritiene che dinanzi ad un problema di tale gravità noi non meritiamo nemmeno l'onore di una risposta, per indignità del soggetto che lo pone (poichè non può essere indegno il problema stesso).

Il che vale, d'altra parte, anche per altri interrogativi e auspici che ho puntualmente avanzato. A cominciare da quello se sia giusto, prudente, opportuno lasciare che la Corte Costituzionale decida sui temi referendari senza che si ribadisca che la Costituzione della Repubblica, oggi, va onorata in modo diverso da quel che il regime non abbia consentito in passato.

 
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