IL SEGUENTE INTERVENTO DI MARCO PANNELLA SARA' PUBBLICATO DOMANI DA L'INFORMAZIONE (preghiera di citare la fonte)
Roma, 11 Gennaio 1995
Rivendico con fierezza quel che ci viene scagliato contro da chi appartiene alla cultura che ha assassinato, fra gli altri, Stefanini e cercò di assassinare, riuscendoci solo in parte e in ritardo, Enzo Tortora.
All'"Unità" del liberal Veltroni che spara l'ignomia su una pagina quasi intera, a "Il Messaggero" e agli altri giornali che rincorrono e s'adeguano, rispondo che se avessi appreso che i parlamentari eletti nelle mie liste avessero per viltà o per perbenismo omesso di interrogare il Governo contro una probabile ingiustizia ai danni di un boss - o presunto tale - mafioso, camorrista, ndranghetista, partitocratico e via dicendo - mi sarei vergognato e avrei ritenuto tradita la nostra storia.
Vorrei dire a Veltroni, a Anselmi ed ai tanti altri che io vengo da una storia drammatica che ha comportato linciaggi, anatemi, una vita al bando, sotto l'ipocrita orpello di riconoscimenti sempre di stile "post mortem" (per ora solamente morale) perchè mi sono trovato a difendere contro assassini fisici e morali chi veniva denunciato, vissuto, come infinitamente peggio dei peggiori detenuti comuni, assassini effettuati o tentati con il piombo della menzogna, della parzialità faziosa, dell'intolleranza eretta a sostanza morale.
Da Ignazio Silone a Umberto Calosso, dai fratelli Rosselli a Randolfo Pacciardi (colpevoli di aver combattuto la guerra di spagna dalla parte giusta per dei libertari e dei liberali, sotto il fuoco non di rado congiunto di franchisti e di stalinisti), ai Mario Pannunzio, Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Nicolò Carandini, accusati da Roderigo di Castiglia (Palmiro Togliatti) su "Rinascita", di essere paragonabili, nel peggio, a "Goebbels, Hitler, Farinacci ecc...) ai socialdemocratici del 1946/7.
Abbiamo poi difeso contro l'ignominia e la violenza Enzo Tortora, i massacrati dal teorema e dalla violenza comunista, giacobina del 7 Aprile, migliaia di detenuti comuni massacrati anch'essi dalle leggi Reale (complimenti ancora!), Cossiga, Bartolomei, Vassali- Martelli, ecc...
Di Piromalli posso dire solamente che, se le tradizioni di "onore", ancorchè feroce e barbaro, di antiche malavite organizzate fossero all'altezza o alla bassezza del loro passato, avrebbe di già da tempo raccontato quali complicità, alleanze, interessi, spartizioni, la ndrangheta ha di volta in volta realizzato con tutta la partitocrazia e la sindacatocrazia e la giudiciocrazia - con la sola eccezione dei coloro che appartengono alla nostra storia. Ma la partitocrazia ha corrotto perfino la malavita!
da Pannella a Roberto Jezzi