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Agora' Agora - 14 gennaio 1995
PANNELLA: "PROGRESSISTI" ? "SINISTRA" ? PIVETTIANI, SCOGNAMIGLIANI, "SUPER PARTES", ORGANI DELLA FIAT, DELLA MONTEDISON, DELL'OLIVETTI, DI MEDIOBANCA, SOPRATTUTTO COSSIGHIANI, CONTRO I REFERENDUM, CONTRO LE ELEZIONI, BACCHETTONI DELLE ISTITUZIONI PARTITOCRATICHE, TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO: INSOMMA, TRASFORMISTI. BENVENUTI CON DINI!

Roma 14 Gennaio 1995

"I 'progressisti', dunque, cercheranno di aiutare il Presidente incaricato nella sua meritoria e preziosa fatica. Dio gliene renda merito. Era l'ora! Benvenuti.

Erano "disponibili" per una presidenza di Irene Pivetti, favorevoli (e vergognosi) a una presidenza Cossiga, che i sindacati della trimurti acclamavano per loro delega; favorevoli ad una presidenza Scognamiglio. Contrari ai referendum, contrari ad elezioni, contrari in primo luogo alla politica, della quale non risulta che si discuta - se non in Rifondazione Comunista - tanto il segretario del PDS fa dichiarazioni ai 'mass-media' da mane a sera, in questo panorama notoriamente berlusconiano e fascista dei mass-media stessi.

Mai, credo mai, questa sinistra sociologica, burocratica, padrona, perdente, presuntuosa e sufficiente, trasformista in Italia e ovunque altrove, ha avuto un'immagine e una realtà sovrastrutturale di ogni presenza e onnipotenza. Ci si consenta, oggi, un esempio di come si esprime. Il quotidiano della Fiat è organo quotidiano della supponenza perbenista ultrademocratica e faziosa; intollerante in nome della tolleranza, anche se - al suo interno - resiste (e qualche volta - come in questi giorni - viene esibita con dignità) un piccolo manipolo di professionisti del giornalismo e non della politica, fra i migliori sul mercato. Noi, suoi lettori, dobbiamo ogni giorno vedere insultate le nostre convinzioni (anche noi abbiamo convinzioni), le nostre scelte, le nostre predisposizioni. Vi leggiamo prestigiosi fondi del Direttore, che dovrebbero destare in noi vergogna e pentimento. L'organo della Fiat infatti, è oggi testimonanza che, in Italia, non esistono posizioni contrapposte, tutte ugualmente legittime. N

o. La cultura di questo giornale è così convinta di essere "la" cultura (la stessa di "Repubblica", dell'"Espresso", del "Secolo XIX") che chi non la condivide, o non ritiene o non viene ritenuto di condividerla, è un "dissidente", un "diverso", se non può esser catalogato come esponente e componente del male. E, in nessuna cultura come questa, si manifesta con altrettanta chiarezza l'ipocrisia, la "trahison des clercs" che Julien Benda denunciava negli anni '30 (stessi destinatari, o stesso DNA). Basta seguire, da anni, gli interventi sui problemi della Costituzione, del diritto, della Corte Costituzionale, dei referendum. Non vale, lo ripeto, che gli editoriali di Barbara Spinelli, di Sergio Romano, o le cronache di un Minzolini, le "vite" di un Ceccarelli siano tali da non poter mai essere persi, mancati. Una cultura, che è quella ufficiale, del giornale, così convinta d'esser "la" cultura, da costituire una bella testimonianza terroristica. Grazie Fiat!".

 
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