Roma, 27 gennaio 1995
"Ci apprestiamo a convocare per il secondo o il terzo week end di Febbraio il Consiglio Generale e il primo Congresso del Movimento dei Club Pannella - Riformatori.
Se vi saranno elezioni politiche generali anticipate saremo presenti per la quota proporzionale, certamente (a meno di imprevisti), se non anche in tutti i collegi e le circoscrizioni uninominali, da soli; come soli siamo, in questi mesi, a cercare di assicurare Riforme e Riforma, anziche' controriforme e logiche etnico-politiche di destra, centro e sinistra, tutte e malamente conservatrici. Almeno questo, sic stantibus rebus, proporro' al Congresso se le condizioni per convocarlo saranno raggiunte.
Condizioni finanziarie e militanti anzitutto.
Silvio Berlusconi sta (in questo periodo e per quanto la ritrovata, finalmente grave e incalzante, iniziativa di rilancio partitocratico glielo consente) tentando di realizzare una strategia che - se non ci esclude deliberatamente o necessariamente - non e' certo la nostra. La carta di riserva della quale egli dispone, o crede di disporre, e' quella di un accordo con "tutti quanti", dal Presidente della Repubblica, non piu' per ora diarca ma monarca della politica italiana, a buona parte del Parlamento, per andare a votare con il doppio turno, purche' sia subito. In tale eventualita' egli cerca di convicere Fini di presentarsi da solo con Alleanza Nazionale, mentre Forza Italia potrebbe farlo con il PPI, al primo turno; per poi convergere nel secondo. Fini resiste. Mentre noi non ne sappiamo nulla.
A parte altre considerazioni Berlusconi non comprende, non ha compreso, che - se insiste su posizioni di astensione anziche' divenire il sostegno deciso e incalzante del Governo Dini - non avra' nulla di quel che gli interessa, nemmeno rinunciando alle sole armi politiche che ha, e mostra di non sapere di avere.
Il disegno vincente - per ora - e', infatti, tale da non richiedere nessuna sua partecipazione, nessun suo consenso; volto semplicemente ad assicurare la sua scomparsa politica, e - se possibile - impreditoriale, civile. Non appena sara' passato il periodo fertile per elezioni anticipate a giugno, a meta' aprile, il Governo Dini sara' liquidato a furor di popolo e di partiti, di sindacato e di anatemi, per quel Governo che governi almeno fino al 1996, diretto se possibile fa Prodi, altrimenti da Cossiga, avendo acquisito qualche notabile azzurro, disposto a sacrificarsi con altri sull'altare della salvezza della Patria, della lira e di se stesso. Tutti i poteri conservatori, in fondo tutti i poteri italiani, quelli che furono battuti il 27/28 Marzo 1994, sono oggi rincuorati, sicuri, di avere questa rivincita storica, definitiva.
Al contrario di quiei prevedibili "azzurri", i CCD si troveranno effettivamente dinanzi ad una proposta, ad una realta' che li coinvolge come natura, come storia, come coscienza. E Alleanza Nazionale - che sara' leale fino in fondo - dovra' rassegnarsi al ruolo che gli si assegna: essendo con il PDS l'unico Partito a radicamento esteso in tutto il territorio nazionale e' anche l'unico che potra' affrontare la lunga crociera prima delle elezioni divenendo il perno della presenza di tutta la destra nel paese. Il linciaggio politico e personale e giudiziario e criminale di Silvio Berlusconi, ed errori come il "ni" di stampo fatalmente democristiano al Governo Dini, faranno il resto. C'e' anche la riserva - d'alemiana - di proporre ad AN o ad una sua parte di entrare al Governo o nella maggioranza.
Il bulldozer e' ormai in piena marcia. Prodi e' stato immediatamente richiamato sul fronte: TMC, TG3, Santoro, i principali quotidiani ce lo ripresentano in ogni modo, fascinoso per molti versi come appare. Si richiama in servizio Tina Anselmi che dovrebbe esser la bandiera a Padova di una nuova alleanza bresciana.
Abete e' prezioso quanto, se non piu' di D'Antoni. Prodi e' anche il candidato di altra gente seriamente dabbene, come Nando Adornato. Figurarsi il festival da Micromega, da Flores D'Arcais al senatore Agnelli... da far ingelosire l'ottimo Cossiga, "en reserve" di questa Repubblica, nuova edizione di quella del 1976, 77,78.
La normalizzazione e' pronta, suggestiva, di vera unita' nazionale.
Peccato che si tratti del terzo tempo della prima Repubblica, del rilancio possente di tutto quel che di questo regime e' stato autore, profittatore, corruttore, oltreche istituzione regolarmente fuori legge e anticostituzionale, Corte avallante. E' il rilancio del disastro. Hanno scaricato come zavorra il CAF e riprendono il loro corso.
Post-democristiani, post-comunisti a ruoli appena rovesciati, con i loro tradizionali satelliti. E confindustria e sindacato, partito dei giudici e della finanza massonico-clericale riunita. Il gioco, dunque, sembra fatto. Il contro-gioco, chiedo scusa a Silvio Berlusconi, e di una ingenuita' e di un perdente senza precedenti. Divenire come loro, usare le loro usanze, significa divenire la loro caricatura, e la caricatura di se stessi.
Sono convinto che la partita non e' necessariamente persa. Ma a condizione che la si giochi subito e fino in fondo. E' una corsa contro il tempo. Spero che Fini, passato il congresso, se ne accorga. E comprenda e faccia comprendere che occorre oggi usare tutte le armi costituzionalissime e democraticissime che esistono. A fronte di un presidente della Repubblica che si conferma de altissima levatura e che, evidentemente ha trovato nella coscienza e in qualche lettera della costituzione motivi sufficienti per costituirsi e operare come parte contro di noi, di fronte alla coalizione di tutti i poteri, occorre riconoscerne il valore se li si vuol battere meritandolo e conquistando una vittoria che sia la grande Riforma italiana, una vera rivoluzione liberale.