"Il metodo qua e la attribuito a Romano Prodi, o suggerito come un esperto comunicatore fa dalle colonne del "Corriere della Sera", mi sembra in effetti ottimo e necessario: indicare come sarà composto il suo Governo-ombra, e il suo programma-ombra.
Per alcuni c'è il timore che - dopo il grande boiardo privato - questo ex grande boiardo pubblico scenda in un campo con uno Stato maggiore coerente con la sua storia, la sua natura quindi. Una sorta di IRI della conservazione politica e sociale, depurata dai vizi e dalle magagne che Prodi ignorò, o con le quali bene convisse, ai tempi del suo servizio nel parastato. In tal caso di "nuovo", davvero, e di "liberale" ne scorgiamo ben poco.
Ma siamo in onesta attesa, determinati a sconfiggere pregiudizi nostri e altruim con lo stesso atteggiamento aperto che avemmo con altri, con Amato e Ciampi, ad esempio.
Ma il vero, grande interrogativo è un altro: Prodi si rende conto che, nell'ipotesi della conferma della Mattarella o del passaggio ad un doppio turno, egli sarebbe fatalmente imbrigliato, immobilizzato dalla "coalizione" di partiti e partitini, sindacati e corporazione che dovrebbero sostenerlo e del quale dovrebbe essere l'espressione?
Ancora: come è possibile ignorare che il Governo Dini non può governare più di sei mesi, in caso di elezioni anticipate, ma - se queste elezioni anticipate non vi sono - dovrà esser sostituito fra 15 settimane al massimo? Perchè Prodi non fa propria la nostra richiesta di elezioni a giugno, prima che altre candidature si facciano strada, prima che le contraddizioni e le debolezze di congiuntura degli apparati partitocratici della sua area non tornino a dominare?