Roma, 20 marzo 1995
"Il problema concreto non e' quello astratto che, con violenza e con superficialita' intellettuale, corifei del progressismo, del perbenismo e del conformismo nazionali, filosofi e semiologi in servizio permanente, denunciano.
Il problema non e' quello dell'incidenza della "proprieta'" televisiva, ma quello del funzionamento del sistema televisivo, in relazione al diritto-dovere dei cittadini italiani ad essere informati, al "conoscere per scegliere e deliberare".
Il problema, allora, e' quello del sistema fazioso, scopertamente e violentemente di parte, che unisce la terza rete e il TG3, con i suoi telegiornali ed i suoi contenitori alla Santoro, il programma di Enzo Biagi su TG1 (la Televisione della Montedison affidata a Sandro Curzi e' come quella affidata a Emilio Fede: Privata), e i contenitori della Fininvest, se si vuole passare dall'astratto al contratto.
Vorrei trovare anche un solo intellettuale serio disposto a affermare che non avremmo "par condicio" con i Mimun e i Rossella, con i Cecchi Paone e i rari altri non "progressisti" del sistema.
La verita' e' che si cerca di tornare ad un sistema tutto partitocratico di ispirazione e di violenza progressista.
Il Presidente Dini, il garante Santaniello, il Presidente Napolitano, i Presidenti delle Camere, la Presidente della RAI-TV e il suo Direttore generale, il signor Presidente della Repubblica, praticando - come si suol dire - la "verita'" e l'onesta' intellettuale si mobilitino intanto contro l'affronto quotidiano e gravissimo, vero attentato ai diritti politici e civili del cittadino, che e' in corso, per interromperlo in flagranza. e non facciano i Ponzio Pilato dinanzi alla offensiva dei demagoghi e delle plebi farisee.