Roma, 2 Maggio 1995
Massimo D'Alema da Londra parla di "rivoluzione liberale". Così replica Marco Pannella:
"Nemmeno l'ottimo Occhetto nei periodi di apparente maggior grazia riformatrice aveva compiuto un passo - lessicalmente parlando - così interessante.
Se Massimo D'Alema andrà precisando cosa significhi nel contesto storico italiano "rivoluzione liberale" potremo e dovremo discuterne molto seriamente con lui sicuramente felici e meno disorientati di quanto immgino non siano stati di questa evocazione gobettiana i finanzieri della City e gli osservatori politici britannici.
Un solo avviso amichevole a D'Alema: per esempio Presidenza del Consiglio ad Irene Pivetti, strategie di alleanze con la tradizione ed il sottopotere demitiano, lo strettissimo matrimonio del pds con l'immenso apparato buracratico parastatale del sindacato, del volontariato, della "cooperazione", dei partiti soprattutto "progressisti"
potrebbero rivelarsi non del tutto idonei a compiere la rivoluzione liberarle che egli oggi sembra prometterci."