Roma, 13 giugno 1995
"Una giustizia che tiene per oltre trenta mesi in stato di detenzione, e di isolamento, un cittadino in attesa di giudizio, fa paura e ribrezzo. Pericolosa a se ed agli altri, così come i suoi campioni alla Caponnetto.
Tutti i principi generali del diritto, tutti i principi costituzionali sono in tal modo stravolti, offesi.
Ma di che ci si stupisce? Il paese ha la politica che si merita, che si sceglie. Il problema vero, per lor signori, è ora di quello di eliminare più di quanto non siano già riusciti a fare, i "referendum"! Ecco, con noi radicali e riformatori, i colpevoli. Occorre lasciare i governi liberamente sgovernare, i parlamenti partitocratici legiferare e controllare in modo che la vicenda Contrada diventi un monito per chi voglia una diversa giustizia.
Noi, intanto, abbiamo in oltre ottomila segreterie comunali quattro quesiti referendari che riguardano direttamente la giustizia e la sua disamministrazione; ma la gente non lo sa, e non va a firmare. Così i Verdi, i Rossi e i Bianchi, questo tricolore dell'antidemocrazia progressista e giustizialista, potranno sempre più sventolare in ogni contrada, su ogni Contrada".