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Agora' Agora - 11 agosto 1995
PANNELLA: "SOLO I CITTADINI POSSONO CAMBIARE L'ITALIA"

Intervista a Marco Pannella di Antonio Martis pubblicata da l'Unione Sarda 11 agosto 1995

REFERENDUM. Il leader radicale parla della sua nuova sfida e delle prospettive politiche

Diciotto firme per essere più liberi

Quelli di »Cuore . (il settimanale satirico della sinistra) hanno voluto fare gli spiritosi presentando diciotto referendum da ridere: abolizione del rosso ai semafori, I'eliminazione della parola cornuto dal vocabolario e via di questo passo. Quanto basta per gettare in burletta l'ultima sfida referendaria di Marco Pannella: 18 domande ai cittadini per un »paese libero, liberista e libertario . Ma che c'è tanto da prendere in giro? Il maggioritario puro per eleggere Camera e Senato, la responsabilità civile dei giudici, l'aborto (da autorizzare nelle strutture pri- vate), sanità a misura dei cittadini, la caccia regolamenta, I'obiezione di coscienza, la legalizzazione della marjuana, la smilitarizzazione della Guardia di Finanza, I'eliminazione dei patti in deroga negli affitti e lo smantellamento dello Stato-padrone in economia. Una mezza rivoluzione in diciotto domande, secondo le intenzioni dei promotori che proprio in questi giorni han dovuto acquistare spazi pubblicitari per far conoscere una campagna

altrimenti caricata dal silenzio stampa e tv.

D. Pannella anche stavolta ve la prendete con la disinformazione e l'inganno. Solito vittimismo.

R. Si è dato più spazio a quella buffonata (ma lo dico non come insulto) di Cuore che ai nostri referendum. Mentana e il Tg 5, cioè I'ammiraglia della Fininvest, ha dato due minuti e 50 secondi ai referendum di Cuore e non un secondo in quattro mesi a quelli dei riformatori.

D. A che punto e la raccolta delle firme?

R. Disastrosa se la gente non sa, non firma, non sa che può andare nella segreteria del proprio Comune e scegliere se firmare per questo o quel referendum tra quelli che proponiamo.

D. A giugno ne abbiamo votato dodici, ora ne avete preparato un'altra infornata. Non state esagerando?

R. Nello Stato di California ci sono stati 76 referendum negli ultimi dieci anni, e negli ultimi venti in Svizzera 178. Proporre 18 referendum è esagerato? Se non serve a inserire una normalità e forza democratica in un regime parolaio e inconcludente, che è culturalmente partitocratico, nel giornalismo, nella politica, nell'economia, nell'imprenditoria, allora sono sicuramente esagerato. Se no, no. Io da vent'anni sento sempre questa stessa storia sui referendum. Sono troppi, sono troppi. Noi ne facemmo dieci contro il regime all'inizio degli anni Ottanta, poi i dodici nel '94. Anche allora la stessa cosa: mi sentivo dire, sono troppi, sono troppi. Poi - ma dopo - quei referendum diventano nel ricordo grandi.

D. Ma c'e un rischio di rigetto da parte degli elettori?

R. Anzi. Faccio un esempio: se per un mese il presidente della Repubblica, tutti i giornali, i sondaggi, la televisione, Rai, Fininvest dicessero che la Coca Cola fa male, o che la gente non ne può più della Coca Cola, è possibile che quelli che amano questa bevanda avrebbero qualche problema a ordinarla al bar. Ma sui referendum e successo esattamente il contrario.

D. Come sarebbe a dire?

R. Malgrado che per un mese tutti hanno detto che "barba questi referendum", la gente è stufa, tutti abbiamo visto ai telegiornali che la gente intervistata all'uscita dei seggi non era per nulla annoiata e preoccupata. Non ve lo ricordate: gli intervistatori chiedevano: E stato difficile? Risposta: No. Non solo: tutti hanno votato con piena coscienza e conoscenza dei quesiti. Ha votato il 57,5 per cento degli elettori.

D. Beh non è una percentuale entusiasmante.

R. In quanti hanno votato per il famoso referendum Segni sulla preferenza unica? Il 62 per cento, ma in due giorni interi. E il 7 maggio scorso alle amministrative, nelle elezioni della vittoria progressista nelle Regioni con migliaia di candidati in campo a far da traino, ha votato il 60 per cento. E per i referendum, malgrado la campagna Fininvest e Rai Tv, identiche, l'una I'ombra dell'altra, vergognose, ha votato il 57 per cento degli italiani. Quindi: la gente è seria, vuole i referendum. Capisce che sono uno strumento per cambiare se un Parlamento fa solo chiacchiere e non fa le riforme. Diciotto referendwn sono troppi? In realtà ci siamo autoridotti.

D. Tornate perfino alla carica contro la quota proporzionale per il Parlamento. Ma i quesiti erano stati già bocciati dalla Corte Costituzionale.

R. A gennaio sarà cambiato piu di un terzo dei giudici della Consulta. Mi auguro che con questi nuovi giudici la Corte esamini i due referendum secondo Costituzione e non secondo la propria giurisprudenza di regime: le motivazioni che la Corte ha usato per far fuori quei due referendum non sono decentemente ripetibili.

D. Marco Pannella con chi sta: un giorno con Berlusconi, un altro con la sinistra, poi di nuovo con Berlusconi. Un po' ondivago no? R. Semmai mi si può rimproverare una sorta di arteriosclerosi da quarant'anni. Sto con me stesso, mai mutato posizioni. Abbiamo chiesto per 20, 25 anni alla sinistra, assolutamente alla lettera, le stesse cose che abbiamo chiesto a Berlusconi.

D. E come ha risposto?

R. Abbiamo in Italia una sinistra conservatrice che sempre più gestisce un immenso potere nel paese: sindacato, banche, previdenza, giornali, De Benedetti, la Fiat, tutto quanto quello che c'è. Da cinquant'anni e fino al 2000, ci sono tre-quattro regioni governate dalle stesse persone, dagli stessi questori, dagli stessi magistrati, dalle stesse cooperative. In somma un regime, e le chiamano regioni "rosse". A questo punto più il tempo passa e più quelli della sinistra diventano nel loro essere conservatori anche restauratori. Anzi sempre piu restauratori. Tanto è vero che siamo arrivati a un bivio tra riforma e restaurazione.

D. In questo presunto disegno restauratore che ruolo ha Scalfaro, il democristianissimo che avete sponsorizzato per il Quirinale. Ma non era il Pertini cattolico?

R. Andiamo con ordine. Io ho criticato perfino Pertini: è stato un presidente che ha avuto il grande merito di aver reso popolari le istituzioni, ma con Pertini il vizio politicistico, non da stato di diritto, è andato avanti. E poi con Cossiga i passi sono andati nella stessa direzione. Ora Scalfaro si e rivelato sicuramente il politico italiano di più alta professionalità e di più grande forza. Il politico più impegnato e quindi addio Presidenza della Repubblica! Addio, cioé a quelli che volevano il deputato Scalfaro, il deputato Bonino, il deputato Pannella..

D. Sta tornando la Grande Diccì?

R. La restaurazione vede in prima fila questa sinistra e i vari cespugli democratico-cristiani, quelli del Polo e ma soprattutto quelli dell'altra parte.

D. Ma dove sta tutta questa restaurazione?

R. Prendiamo le ultime elezioni regionali. Ci vuole davvero una bella faccia di bronzo spacciare il risultato elettorale come una grande vittoria progressista: la sinistra ha invece dato fino al 2000 sette o otto regioni a dei democristiani doc o a dei fun- nari di partito di regime nelle regioni rosse.

D. Adesso anche D'Antoni è sceso in campo: vuole costruire il grande centro. Sorpreso?

R. Beh in questo clima se non sei democristiano non ti voto,no. Prodi è democcristiano, D'Antoni è democristiano, il presidente del Csm e quello della Banca d'Italia sono dc. Con questa sinistra italiana, i progressisti, è piu pericolosa delle Dc che prosegue. D. Come finirà?

R. Male, con le ossa rotte se non accadono miracoli. Un miracolo sarebbe quello di acquistare per il maggio '96 il voto per i 18 referendum: un appuntamento per uno scontro di alto e concretissimo livello politico, liberale, di Stato di diritto, rivoluzionante. Conto su questo miracolo sulla Sardegna, sulle firme dei sardi nei Comuni sardi.

D. Ma questa rivoluzione dove sarebbe?

R. Già l'eliminazione della quota proporzionale dalla legge elettorale aprirà la strada a un sistema americano con due o tre partiti in luogo dei 38 partiti, e dei 3 schieramenti oggi esistenti. Ma tutti quei diciotto quesiti consentono un programma di governo rivoluzionario e rivoluzionante.

D. Quattro quesiti referendari sollevano il caso giustizia. E a proposito di giustizia si annuncia in autunno il processo ad Andreotti, un processo show..

R. Scusa se interrompo. Si annuncia, ci annunciano, un processo show. Di chi? Di chi lo fa, mica di Andreotti. Vero, verissimo sarà uno show ma della Procura di Palermo, di quelli che hanno voluto il processo in questo modo. Dopo di che parliamoci chiaro: in Italia c'è una forza politica che ha qualche rimorso e ha paura del passato. Per 17 volte, spesso col voto determinante del Pci, si è impedito alla giustizia di mandare sotto indagine Andreotti. In due casi particolari fu poi il Pci a salvarlo da noi radicali. Adesso c'è una ignobile storia: siccome lo hanno salvato per 17 volte quando era potente, adesso che Andreotti è distrutto politicamente, tentano di ammazzarlo, moralmente se non fisicamente.

D. In autunno si va a votare?

R. Quelli che vogliono votare, per lo più i miei amici di Forza Italia si sono rivelati in questo caso degli incapaci politici, purtoppo. Anch'io volevo votare a marzo, ma tutti sono passati da un errore a una sconfitta. Quelli che avevano ragione non hanno avuto la forza politica di difendere le loro ragioni. E' prevalsa invece la restaurazione, i ribaltoni e così via. Al punto che Berlusconi ha premiato uno degli autori del ribaltone, Buttiglione. Tanto per fare un po' di concorrenza alla sinistra che metteva Prodi e tutti gli ex democristiani nel suo carro.

D. E allora?

R. A questo punto dico che si voti subito, altrimenti non si deve votare prima del 30 giugno del prossimo anno. L'Italia avrà a partire da gennaio la responsabilità della guida d'Europa, un'occasione unica perchè la prossima volta sarà tra dieci anni. E solo dei barbari, una politica imbarbarita, possono pensare che con quello che sta succedendo in Bosnia e in Europa, l'Italia si presenti davanti a situazioni di crisi con ministri in carica solo per l'ordinaria amministrazione.

D Quindi il governo Dini può restare.

R Ah il governo dei tecnici. La sinistra italiana e quella democristiana hanno compiuto quest'altra splendida innovazione: hanno dato all'Italia un governo che fino all'anno scorso era immaginabile solo nel regime dei colonnelli o in quello cileno. Un poliziotto ministro degli interni, un magistrato ministro della Giustizia, un generale ministro della Difesa, un fiscalista alle Finanze. A questo punto le alternative sono due: le elezioni, ma i miei amici Berlusconi e altri si stanno rivelando totalmente incapaci sul piano della tattica della lotta politica.

D Altrimenti?

R Altrimenti bisogna tentare la carta di un governo di alto respiro che vada oltre il semestre europeo, ma che abbia una grande ambizione: quello di governare per almeno quattordici - quindici mesi e magari fare una vera riforma delle pensioni al posto di quella che tutti dicono sia stata fatta invece non è vera. Se una parte del centro - sinistra ci sta; si fa.

 
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