Roma, 8 settembre 1995
"L'accanimento contro Calogero Mannino mostra anche - ormai - l'insicurezza della Procura di Palermo rispetto alle proprie tesi accusatorie nel merito della vicenda processuale. Nella volontà feroce di tenerlo in carcere non può non esservi un calcolo tattico, volto ad incuneare nella pubblica opinione la convinzione della colpevolezza di Mannino, l'immagine di un capo mafioso. Io insisto su un aspetto di questo comportamento: oggi è più facilmente controllabile qualcuno agli arresti domicialiari che qualcuno ristretto in carcere. Ma questo alla Procura di Palermo non importa, e di certo non rende un servizio, ma una ferita, alla giustizia e alla democrazia, alla lotta contro la criminalità ed alla cultura del diritto".