Roma 12 ottobre 1995
DEO GRATIAS. MA CONTINUA A IGNORARE LA CONCRETA FAME DI GIUSTIZIA E DI RIPARAZIONE DELLA VERITA E DELLA LEGALITA' NEGATE.
"Prendiamo atto che il Presidente della Repubblica avalla in modo sensazionale il nostro referendum per l'abolizione della automaticità delle carriere dei magistrati.
Anche se persisto nella dolorosa denuncia della assoluta improprietà ed inopportunità delle quasi quotidiane esternazioni del Presidente della Repubblica su materie di pertinenza delle camere e degli esecutivi, "domini" costituzionali anche dei tempi e delle priorità da dare ai vari aspetti della vita istituzionale del nostro paese, anche se ciò ribadisco, esclamo: "deo gratias!". E spero che il Presidente mi perdoni questa incursione nel lessico liturgico.
Ciò detto, molto propabilmente perfino il Signor Presidente della Repubblica non è stato informato, nè dal servizio pubblico ne' dalla stampa che fra i quesiti referendari - sottratti da questo regime alla conoscenza dei cittadini e del paese - vi è quello sulla questione che egli solleva e quindi della opportunità offerta dalla nostra iniziativa. Questo costituisce anche vulnus al diritto positivo, alla legalità ed alla Costituzione. Ed è proprio perchè occorre aver fame di riparazioni concrete ed ufficiali alle verità ed alle legalità negate che continuo ad offrire al Signor Presidente la "fame" di questo persistente ed umile mio digiuno giunto al suo 23· giorno."